Estero

Bruxelles valuta il ritiro della direttiva contro il greenwashing

La Commissione UE potrebbe ritirare la proposta per evitare oneri eccessivi alle PMI, suscitando critiche politiche

20 giugno 2025
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Bruxelles si appresta a rivedere un altro pilastro del Green deal, ufficialmente in nome della semplificazione normativa. Dopo la vasta operazione di sburocratizzazione degli ultimi mesi e il rinvio di alcune misure chiave dell'agenda ambientale europea, la Commissione ha annunciato a sorpresa l'intenzione di ritirare la proposta di direttiva contro le dichiarazioni ambientali ingannevoli, o "green claims", finita pochi giorni fa nel mirino di Ppe, Conservatori e Patrioti.

La possibile retromarcia nella lotta al greenwashing - con l'iniziativa giunta alle fasi finali del negoziato interistituzionale - ha però creato imbarazzo a Palazzo Berlaymont, tanto che fonti interne hanno precisato che si tratta di "un'ipotesi ancora al vaglio". Sullo sfondo, la partita potrebbe intrecciarsi anche al negoziato con l'amministrazione Trump - che invoca flessibilità su dossier come la due diligence - per arrivare all'intesa sui dazi entro il 9 luglio.

La proposta di direttiva - presentata nel marzo 2023 - punta a tutelare i consumatori dalle false dichiarazioni ambientali e dal greenwashing e introduce criteri comuni per le aziende, imponendo che le comunicazioni "verdi" siano basate su prove scientifiche verificate e sottoposte a controlli da parte di enti terzi prima della diffusione sul mercato. Ufficialmente, la Commissione motiva il possibile dietrofront con il timore che l'accordo finale ne snaturi gli obiettivi originari, imponendo oneri eccessivi soprattutto alle PMI e a circa 30 milioni di microimprese che potrebbero esserne coinvolte.

Ma il tempismo dell'annuncio non è passato inosservato: in settimana il Ppe aveva chiesto alla commissaria Ue per l'Ambiente, Jessika Roswall, di "riconsiderare e, in ultima analisi, ritirare" il testo. La reazione non si è fatta attendere: Renew, Socialisti e Verdi hanno accusato Bruxelles di cedere alla destra.

In vista del prossimo round negoziale, previsto per il 23 giugno, una proposta formale di ritiro della direttiva non è ancora stata trasmessa né al Parlamento europeo né agli Stati membri. Spetterà a loro decidere se proseguire comunque il confronto, ma la scelta finale resta nelle mani della Commissione Ue, unica titolare del diritto d'iniziativa legislativa.