Dalla Corea all'Iraq, un'analisi degli interventi militari americani per contenere il comunismo e affrontare minacce globali
Dalla Corea all'Afghanistan e all'Iraq, dal Vietnam a Midnight Hammer ieri notte in Iran: dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo dominante nelle dinamiche militari globali, intervenendo in numerosi conflitti per contenere l'espansione del comunismo, difendere interessi strategici o reagire a minacce terroristiche e instabilità regionali.
Nel 1950-1953, l'impegno in Corea rappresentò la prima grande guerra "calda" della Guerra Fredda. Iniziata con l'invasione nordcoreana della Corea del Sud, vide l'intervento Usa sotto l'egida delle Nazioni Unite ordinato da Harry Truman e portato avanti da Dwight Eisenhower. Il conflitto si concluse con un armistizio (non un trattato di pace) e la divisione permanente della penisola lungo il 38o parallelo.
Dalla Corea al Vietnam (1955-1975) a sostegno di Saigon contro i comunisti di Hanoi e i guerriglieri Vietcong. Malgrado un'escalation e il dispiegamento di centinaia di migliaia di soldati, gli Usa si ritirarono nel 1973 dopo pesanti perdite e proteste interne. La caduta di Saigon nel 1975 sancì la vittoria comunista. Oltre 58 mila i morti statunitensi.
Gli anni '80 videro interventi minori e guerre per procura tra cui le Operazioni Urgent Fury nel 1983 a Grenada e Cyclone per il finanziamento dei mujaheddin afghani in funzione anti-sovietica: il tutto nell'ambito della dottrina Reagan e nel sostegno ai movimenti anticomunisti nel mondo. Il decennio si chiuse con Giusta Causa a Panama per deporre il dittatore Manuel Noriega, mentre nel 1991, sempre sotto George H. W. Bush, le operazioni Desert Shield e Desert Storm portarono le truppe Usa in Iraq in risposta all'invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein: un successo militare rapido e tecnologicamente avanzato, ma che lasciò in piedi il regime iracheno.
Seguirono con Bill Clinton due interventi aerei nei Balcani per fermare le pulizie etniche legate alla disgregazione della ex Jugoslavia. Deliberate Force in Bosnia nel 1995 e Allied Force in Kosovo nel 1999 furono i primi casi della guerra "senza boots on the ground". Tra le due presidenze di Bush padre e Clinton, l'America andò con l'Onu in missione in Somalia: una operazione partita per motivi umanitari ma che è oggi ricordata soprattutto per la tragica battaglia del Pastificio a Mogadiscio del 1993.
Nel 2001, in risposta agli attacchi di al Qaida dell'11 settembre, George W. Bush scatenò l'operazione Enduring Freedom per stanare Osama bin Laden in Afghanistan e scardinare il regime dei Talebani in quello che diventò il conflitto più lungo della storia americana: concluso con il ritiro del 2021. Nel 2003 Iraqi Freedom, scattata per eliminare presunte armi di distruzione di massa in Iraq, portò alla caduta di Saddam, ma anche a una lunga occupazione e alla destabilizzazione dell'area.