Estero

Attentato in Siria riaccende il timore per i cristiani in Medio Oriente

La comunità internazionale condanna l'attacco alla chiesa di Sant'Elia a Damasco e chiede protezione per le minoranze

23 giugno 2025
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Una folla di persone è tornata oggi pomeriggio nella chiesa di Sant'Elia a Damasco, insieme al Patriarca Yohanna, per pregare per le vittime dell'attentato di ieri.

Già sono definiti "martiri" i fedeli che hanno trovato la morte durante la preghiera domenicale. Il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia, al quale appartiene la chiesa colpita in Siria, condanna fermamente "questo atto atroce, questo efferato crimine" e invita "le autorità competenti ad assumersi la piena responsabilità della sacralità dei templi e della protezione dei cittadini".

Tante le condanne che arrivano dalle altre chiese cristiane ma anche dalle autorità civili. Ma è un dato di fatto che la minoranza dei cristiani che vive in Medio Oriente, non solo in Siria, da ieri è ritornata a vivere l'incubo degli attentati dei fondamentalisti. Una conseguenza indiretta delle tensioni che si vivono in tutta la regione.

Il cardinale di Teheran, Dominique Joseph Mathieu, lo dice chiaramente: la "surreale" escalation di "attacchi e contrattacchi" fa "temere il peggio". Mathieu critica il fatto che tutto sia diventato "giustificabile, come ottenere la pace con la guerra". Racconta di una "quotidianità stravolta" in Iran non solo per i pochi cristiani presenti ma per tutta la popolazione.

Dalla Terra Santa arriva la condanna, al massacro nella chiesa di Damasco, dall'assemblea degli Ordinari Cattolici: "Condanniamo fermamente questo atto barbaro e respingiamo le ideologie che cercano di giustificare la violenza in nome della religione".

Anche il Libano è scosso da quanto accaduto: il Patriarca maronita, il card. Bechara Boutros Rai, in un messaggio di cordoglio, esorta a "pregare e a lavorare per dare priorità al linguaggio dell'amore, del dialogo e del rispetto per l'altro, per stabilire una pace giusta e globale non solo in Siria, ma in tutti i Paesi della regione". Questi ultimi, aggiunge, "stanno assistendo a tempi molto difficili che minacciano di cancellare le loro civiltà e culture e il loro antico patrimonio storico, caratterizzato dal pluralismo, dalla diversità e dalla convivenza fraterna tra diverse religioni e etnie".

La preoccupazione per la sorte dei cristiani in Medio Oriente arriva anche dai vescovi tedeschi: "Gli omicidi trasmettono il messaggio che i cristiani siriani sono in pericolo di vita e di incolumità fisica. Chi detiene il potere a Damasco oggi è quindi ancor più chiamato a sostenere i cristiani e tutte le minoranze minacciate e ad opporsi con fermezza a tutti coloro che cercano di omologare la popolazione attraverso la violenza".