Estero

Trump apre alla possibilità di un cambio di regime in Iran

Il presidente americano convoca il Consiglio per la Sicurezza Nazionale dopo i raid su impianti nucleari iraniani

23 giugno 2025
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Donald Trump convoca il Consiglio per la Sicurezza Nazionale per un primo bilancio dei raid americani su tre impianti nucleari iraniani e la valutazione delle prime azioni ritorsive di Teheran sulle basi Usa in Qatar e Iraq, rinviando così di 24 ore, ossia a martedì, la sua partenza per il vertice Nato ad Amsterdam.

Nel frattempo, mentre l'America si blinda per il timore di attacchi in casa o all'estero, il tycoon evoca per la prima volta l'ipotesi di un cambio di regime in Iran. Aprendo nuovi, imprevedibili scenari e smentendo tutte le sue precedenti rassicurazioni, ribadite sino a ieri anche dai suoi più stretti collaboratori.

Il suo post su Truth è arrivato peraltro alla vigilia dei bombardamenti di Israele sui quartieri generali dei pasdaran e sul famigerato carcere di Evin, dove sono rinchiusi i dissidenti: una potente dimostrazione che Bibi sta espandendo i suoi target oltre i siti nucleari e militari per colpire direttamente i pilastri del sistema di governo iraniano.

"Non è politicamente corretto usare il termine 'cambio di regime', ma se l'attuale regime iraniano non è in grado di rendere l'Iran di nuovo grande, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? Miga!!!", ha scritto il tycoon su Truth, parafrasando Maga (Make America Great Again) in Miga per adattarlo all'Iran.

Un'uscita che ha suscitato allarme e già qualche stop tra gli alleati europei, a partire dal netto "no" di Parigi. Altolà anche dal Cremlino, dove Vladimir Putin ha accolto l'iraniano Abbas Araghchi, ministro degli Esteri di un Paese strettamente alleato: "Crediamo che solo il popolo di un Paese abbia il diritto di decidere il destino della leadership di quel Paese, ma in nessun caso Paesi terzi o la leadership di Paesi terzi dovrebbero farlo", ha detto il portavoce Dmitri Peskov, dimenticando che Mosca puntava e probabilmente punta ancora a un cambio di regime in Ucraina. In passato Putin ha accusato gli Usa di aver fomentato le 'rivoluzioni colorate' per ribaltare varie ex repubbliche sovietiche.

Intanto Trump ha bacchettato il vice segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale russo Dmitry Medvedev per aver usato con nonchalance la parola 'nucleare', "affermando che lui e altri Paesi avrebbero fornito testate nucleari all'Iran". "La 'parola con la N' non dovrebbe essere presa con tanta superficialità. Immagino sia per questo che Putin è il capo", ha aggiunto, in un momento in cui le relazioni tra Usa e Russia rischiano nuove tensioni legate all'Iran.

La portavoce della Casa Bianca assicura che Trump è ancora interessato alla soluzione diplomatica e tenta un'interpretazione del suo post: "Il presidente stava semplicemente sollevando una domanda che credo molte persone in tutto il mondo si stiano ponendo. Se (i dirigenti iraniani, ndr) si rifiutano di impegnarsi nella diplomazia andando avanti, perché il popolo iraniano non dovrebbe ribellarsi a questo brutale regime terroristico?".

Ma dopo quello che è successo è difficile dire a che gioco giochi l'imprevedibile presidente 'gambler', giocatore d'azzardo, come lo ha definito il portavoce militare iraniano Ebrahim Zolfaghari. Anche il suo ex stratega Steve Bannon lo ha messo in guardia contro un cambio di regime, che a suo avviso rischia di trascinare gli Usa in guerra.

Il commander in chief insiste comunque sui danni "monumentali" inferti a tutti i siti colpiti dagli Usa, parlando di "annientamento" anche di Fordow, anche se ciò sembra contrastare con i nuovi attacchi israeliani a questo impianto. Ma i media e anche alcuni dirigenti dell'amministrazione avvisano che ci vorranno settimane prima di poter verificare la vera entità dei danni. E già esprimono dubbi sull'efficacia definitiva dei raid, nonché sul destino delle riserve di uranio iraniano altamente arricchito, che potrebbe essere stato messo in salvo per tempo, come ha ammesso anche il vicepresidente J. D. Vance.