Il premier ungherese definisce la manifestazione un 'spettacolo ripugnante' orchestrato da Bruxelles e dall'opposizione
Duro attacco del premier ungherese Viktor Orban al Pride di sabato a Budapest: uno "spettacolo ripugnante e vergognoso" per il leader di Fidesz, che accusa l'Unione europea di averlo 'orchestrato' tramite i partiti dell'opposizione ungherese.
"Bruxelles ha emesso un ordine affinché il Pride si tenesse a Budapest. I suoi politici fantoccio hanno eseguito l'ordine", ha affermato in un post domenicale. La marcia arcobaleno secondo gli organizzatori ha radunato oltre 200.000 persone nella capitale. "È la prova di come sarebbero le nostre vite se il Paese non fosse guidato da un governo nazionale - stando invece a Orban -. Da ieri siamo ancora più convinti che queste persone non debbano essere lasciate avvicinare al timone del governo. Non lo permetteremo".
Il premier magiaro ha parlato di "spettacoli di drag queen sul palco, uomini con i tacchi alti, e brochure sulla terapia ormonale" come esempi di ciò che considera "l'indegno contenuto" della manifestazione. "Questo non è orgoglio, è vergogna", ha scritto.
Al termine della sfilata aveva reagito invece con un post su Facebook con l'immagine di una famiglia eterosessuale e la didascalia "La famiglia è la famiglia". Oggi ha ampliato la polemica legando l'evento Lgbt+ ad altri temi cari al governo: immigrazione, sussidi energetici e guerra in Ucraina.
"Lo stesso accadrebbe con l'immigrazione e la riduzione delle bollette. Non importa quanto aggressivamente Bruxelles, i media occidentali e le ong promuovano la propaganda di genere, noi lottiamo per la verità", ha tuonato.
A rincarare la dose è stato anche Balázs Orbán, direttore politico del primo ministro, che ha pubblicato su X una serie di post corredati da sondaggi. Citando l'istituto Publicus - considerato vicino alla sinistra - ha evidenziato che "il 53% degli indecisi e il 48% della popolazione totale si oppongono al Pride, contro il 45% che lo sostiene".
I dati mostrerebbero, secondo lui, che "anche la maggioranza degli elettori indipendenti è contraria alla parata". Altri sondaggi parlano di "una maggioranza assoluta di adulti ungheresi favorevoli a limitare le marce Lgbt+ per proteggere i bambini".
"L'88% degli elettori dei partiti di governo respinge questi eventi, mostrando un'unità chiara contro l'attivismo Lgbt+ pubblico". "La base di Péter Magyar (il principale avversario di Orban alle politiche del prossimo anno, ndr) sostiene fermamente il Pride. Gli elettori di Viktor Orbán lo respingono a larga maggioranza", ha concluso il direttore politico del premier.
L'opposizione, e in particolare il movimento Tisza di Péter Magyar, ha espresso sostegno alla manifestazione. Eventi come il Pride sono vietati in Ungheria da questa primavera, con multe e sanzioni previste fino a 500 euro, la possibilità di usare il riconoscimento facciale, incriminare gli organizzatori e pene detentive fino a un anno di reclusione. Nonostante il bando, l'evento si è tenuto su impulso del sindaco di Budapest Gergely Karácsony (ecologista di centro-sinistra in coalizione con Tisza) che l'ha convocato come evento municipale. La manifestazione si è svolta pacificamente e non ci sono notizie di arresti.
Il braccio di ferro tra Budapest e Bruxelles sul rispetto dei diritti civili e delle libertà fondamentali sembra quindi destinato a inasprirsi ulteriormente, anche alla luce delle parole del premier ungherese. "Lottiamo contro le bugie - ha concluso Orbán - perché nessuna manifestazione può eguagliare la voce di 3,7 milioni di ungheresi che hanno votato al referendum sul genere nel 2022".