Estero

Incendi devastano Creta costringendo migliaia di turisti alla fuga

Fiamme alimentate da venti forti minacciano villaggi e infrastrutture, dichiarato lo stato di emergenza

3 luglio 2025
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"La devastazione è enorme": il vicesindaco di Ierapetra, Nektarios Papadakis, non ha usato mezzi termini per descrivere alla tv locale Kriti i danni causati dalla ferocia delle fiamme dell'incendio boschivo che imperversa da ore nell'isola greca di Creta.

Il fuoco, divampato ieri pomeriggio nel sud-est dell'isola, ha costretto circa 5mila persone, di cui più della metà turisti, ad abbandonare in fretta e furia i loro alloggi già nella tarda serata di ieri.

Quattro persone sono state trasferite in ospedale per lievi danni respiratori, ma non risultano feriti negli incendi. I forti venti che continuano a soffiare sono il peggiore nemico dei 270 pompieri impiegati nell'isola (nella notte di ieri sono stati inviati rinforzi dall'Attica). Focolai che sembravano spenti si riaccendono per la furia delle raffiche, e dopo 24 ore dall'inizio dell'emergenza altri quattro insediamenti sono stati evacuati.

Gli elicotteri continuano a fare la spola tra il mare e il fronte del fuoco, per gettare acqua sulla vegetazione avvolta dalle fiamme, imbarcazioni private sono rimaste nei pressi della costa in caso fosse necessario un loro intervento. La scorsa notte, due persone sono state evacuate dalla spiaggia di Agia Fotia su un'imbarcazione, in un intervento coordinato dalla Guardia costiera.

Le fiamme sono divampate, per motivi ancora non noti, sulle montagne tra i villaggi di Ferma, Achlia e Agia Fotia e hanno dato vita a tre fronti del fuoco. Incoraggiate dai venti fortissimi, che hanno superato gli 80 chilometri orari, hanno divorato la bassa macchia mediterranea che ricopre l'isola, assediando case, serre, stalle e causando problemi alla rete elettrica, stando ai media locali. "Solo quando l'incendio sarà domato potremo procedere con la registrazione sistematica dei danni", ha spiegato Papadakis.

I tanti turisti allontanati dalla costa del sud-est di Creta passeranno la notte in nuovi alberghi nelle località di Chersonissos e Malia o a Ierapetra, il cui comune, intanto, ha dichiarato lo stato di emergenza per fronteggiare i danni causati dall'incendio.

L'incubo degli incendi torna così a tormentare le estati greche: i pompieri sono impegnati a contenere le fiamme anche a Rafina, città costiera a est di Atene, dove un grande incendio boschivo ha provocato l'evacuazione di tre insediamenti, chiusure stradali e ritardi dei voli all'aeroporto internazionale della capitale, stando all'emittente statale Ert. E non si placano le fiamme anche in Turchia, dalle coste dell'Egeo al confine con la Siria, dove da giorni si combattono roghi che a inizio settimana hanno costretto ad evacuare 50 mila persone. Con nuovi ordini di lasciare le proprie casa a Smirne dove la notte scorsa le fiamme hanno minacciato un'area residenziale della terza città più grande del Paese.

"Siamo nel mese più difficile: luglio è, storicamente, il mese più caldo con forti venti. Condizioni che favoriscono la propagazione delle fiamme e ne aumentano il rischio", ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce dei vigili del fuoco, Vasilis Vathrakogiannis. In risposta alle minacce portate dal cambiamento climatico, il governo ellenico ha aumentato quest'anno il personale dei pompieri, portandolo a quello che ha definito il numero più alto di sempre, 18mila vigili del fuoco tra permanenti e stagionali. Già a fine giugno un incendio ha divorato più di 4mila ettari nell'isola di Chios, nell'Egeo settentrionale.

Nella zona di Ierapetra, dove una scia di denso fumo ha offuscato il cielo, si temono le conseguenze dell'emergenza non solo sul settore agricolo, ma anche su quello del turismo. "Siamo preoccupati anche per le prenotazioni negli alberghi dei prossimi giorni, perché la situazione nella zona è ancora difficile", ha spiegato Giorgos Tzarakis, presidente dell'Associazione degli albergatori del sud-est di Creta: il tasso di occupazione nelle località turistiche della zona supera attualmente il 90%.