Il provvedimento potrebbe favorire i democratici alle elezioni di metà mandato, nonostante i successi di Trump
Donald Trump esulta all'approvazione del 'Big Beautiful Bill', la ciliegina sulla torta di due settimane di importanti successi della sua amministrazione, dall'attacco che ha distrutto il programma nucleare iraniano alla Corte Suprema che ha limitato il potere dei tribunali spianando la strada alla sua agenda.
Ma il budget tanto voluto dal presidente potrebbe rivelarsi un assist per il partito democratico guardando alle elezioni di metà mandato.
I liberal hanno criticato duramente il provvedimento, spingendosi a definirlo "disgustoso" e a descriverlo come uno schiaffo agli americani che non sono miliardari. Nell'accordo però potrebbero esserci i semi della rinascita di un partito che dalla sconfitta di novembre non si è mai più ripreso. I tagli alla copertura sanitaria per più di 14 milioni di americani previsti nel 'Big Beautiful Bill' sono infatti considerati la leva su cui spingere nei prossimi mesi in vista delle midterm, con l'obiettivo di strappare ai repubblicani il controllo del Congresso.
Lo scetticismo iniziale dei deputati conservatori al provvedimento era basato proprio sui tagli alla sanità e sui rischi politici che questi comportavano. Il timore diffuso era quello che il 'Big Beautiful Bill' si potesse rivelare un boomerang per il partito del presidente. Mostrando i muscoli, però, la Casa Bianca è riuscita a superare l'opposizione e rimettere in riga i dissidenti, spuntando un'importante vittoria. Solo cinque conservatori in tutto il Congresso - tre in Senato e due alla Camera - si sono opposti al presidente, confermando la sua presa totale sui repubblicani.
L'iter alla camera del provvedimento è stata l'occasione anche per portare alla ribalta nuovi volti fra i democratici. Il leader dem dei deputati Hakeem Jeffries è già divenuto un'icona della resistenza a Trump con il suo discorso di oltre otto ore e mezzo per rallentare l'approvazione della legge. Dopo aver ereditato da Nancy Pelosi la leadership alla Camera, Jeffries si sta affermando come il volto nuovo in grado di prendere per mano il partito e lanciarlo verso una nuova era.
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha innescato una profonda crisi nella leadership democratica, travolta dalle critiche degli elettori che da mesi ormai chiedono a gran voce un cambio di passo. La vittoria di Zohran Mamdani, socialista 33enne appoggiato dalla pasionaria Alexandra Ocasio-Cortez, alle primarie di New York ha mostrato con forza la voglia degli elettori di rivoluzionare l'establishment, archiviare la sconfitta di Kamala Harris e guardare avanti con una nuova leadership.
Ocasio-Cortez - o Aoc come è conosciuta - è alla guida di questo sforzo e, con il successo di Mamdani, sembra involata a giocare un ruolo chiave nel partito. Aoc non ha mai nascosto le sue ambizioni e c'è chi la sogna candidata alla presidenza nel 2028 contro Trump, qualora il presidente tentasse la corsa per un terzo mandato, o contro JD Vance.