Estero

Il Regno Unito ricorda le vittime degli attacchi di Londra del 2005

Commemorazioni solenni con re Carlo III e il premier Starmer per il ventesimo anniversario della strage

7 luglio 2025
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Commemorazioni solenni stamattina nel Regno Unito per il ventesimo anniversario degli attacchi terroristici del 7 luglio 2005, compiuti da attentatori suicidi quasi contemporaneamente in tre stazioni della metropolitana di Londra e su un autobus urbano, nei quali complessivamente rimasero uccise 52 persone con centinaia di feriti.

La strage, rivendicata da sigle affiliate ad Al Qaida come una risposta al coinvolgimento britannico nell'invasione d'Iraq e Afghanistan, avvenne mentre l'allora premier Tony Blair, promotore al fianco di George W. Bush della guerra irachena, presiedeva un vertice del G8 vicino a Edimburgo. A ricordarla oggi non è mancato il messaggio alla nazione di re Carlo III, oltre a quelli dell'attuale primo ministro Keir Starmer il quale, al pari del sindaco della capitale, Sadiq Khan, e di altri leader e personalità, ha deposto verso le 8,30 del mattino - allo scoccare dell'ora della prima esplosione di quel giorno - una corona di fiori dinanzi al memoriale di Hyde Park. Per poi partecipare a un rito nella basilica di St Paul.

"Oggi il Paese si unisce nel ricordare coloro che persero la vita il 7 luglio e coloro la cui vita cambiò per sempre", ha dichiarato Starmer, rendendo "onore" ai soccorritori dell'epoca e "all'unità mostrata dai londinesi di fronte al terrore". "Chi ha cercato di dividerci - ha concluso - ha fallito, poiché noi fummo uniti allora e siamo uniti oggi contro l'odio e per i valori della libertà, della democrazia e dello stato di diritto che ci definiscono".

Re Carlo, in veste di capo dello Stato, ha a sua volta richiamato la memoria dei "52 innocenti uccisi da atti d'insensata malvagità". Mentre la ministra dell'Interno in carica, Yvette Cooper, ha sostenuto che il jihadismo islamico continua a rappresentare con l'estremismo di destra "la più grande minaccia" al Paese sul fronte del terrorismo. In un contesto in cui non manca tuttavia qualche polemica per il riconoscimento diplomatico accordato giusto in questi giorni dal governo di Londra all'autoproclamato presidente della Siria, Ahmad al-Shaara (al-Jolani), succeduto al regime del deposto Bashar al-Assad con il sostegno dell'occidente seppur proveniente dalle file di Al Qaida.