Accusati di crimini contro l'umanità per la persecuzione delle donne in Afghanistan dal 2021
"Private del loro diritto all'istruzione, alla vita privata e familiare, ma anche della loro libertà di movimento, espressione, pensiero, coscienza e religione". Per queste ragioni la Corte penale internazionale, un tribunale che ha sede all'Aja nei Paesi Bassi, ha emesso due mandati di arresto per altrettanti alti leader talebani in Afghanistan per la persecuzione delle donne, un crimine contro l'umanità.
I giudici della Cpi hanno affermato che sussistono "ragionevoli motivi" per sospettare che la guida suprema Haibatullah Akhundzada e il giudice capo Abdul Hakim Haqqani "abbiano commesso tale crimine per motivi di genere".
Secondo il tribunale anche "altri individui sono stati presi di mira perché determinate espressioni della sessualità e dell'identità di genere sono considerate incompatibili con la politica di genere dei talebani", si legge. Tali crimini sarebbero stati commessi in Afghanistan da quando i fondamentalisti hanno preso il potere nel 2021. Più nel dettaglio il gruppo integralista ha imposto severe misure, vietando alle donne di accedere ai luoghi pubblici e alle ragazze di frequentare la scuola oltre la sesta elementare.
A febbraio fece scalpore l'ennesimo colpo inferto dai leader afghani contro le donne che vennero private di una voce importante. Radio Begum, emittente che promuove l'istruzione e l'empowerment femminile raggiungendo con le sue trasmissioni quasi tutto l'Afghanistan, venne costretta a chiudere. Con un'irruzione nella sede di Kabul, i talebani arrestarono due dipendenti con l'accusa, tra le altre cose, di aver collaborato con delle tv all'estero: una cosa ritenuta inammissibile in un Paese che da oltre tre anni è tornato ad essere governato con la più oscurantista interpretazione della sharia.
Anche le Nazioni Unite sono scese in campo a difesa dei diritti delle donne. Nelle scorse ore l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha infatti approvato una risoluzione non vincolante che chiede al governo di Kabul di porre fine all'oppressione nei loro confronti. La risoluzione è stata approvata con 116 voti a favore, 2 contrari, (Stati Uniti e Israele) e 12 astenuti, tra cui India, Russia, Cina e Iran.