Estero

Trump firma accordo con la Nato per armi all'Ucraina

Il mondo Maga insorge contro il presidente, accusandolo di tradire le promesse elettorali

15 luglio 2025
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Donald Trump sigla un accordo con la Nato per fornire armi all'Ucraina e il mondo Maga insorge vedendo nell'intesa un tradimento delle sue promesse elettorali. Già innervosito dalle iniziative del presidente sull'immigrazione e sullo scottante dossier di Jeffrey Epstein, il movimento non nasconde la sua contrarietà e in parte delusione nei confronti del tycoon.

Quella in Ucraina "non è la nostra guerra e una escalation non è nell'interesse dell'America", è una delle voci che rimbalza con forza fra i Maga per bocca di Steve Bannon, l'ex controverso stratega della Casa Bianca e teorico del movimento.

"È una guerra europea, lasciamo che se la vedano loro. Hanno le risorse", ha detto Bannon durante il suo podcast 'War Room'. Osservando come l'Ucraina "sta diventando pericolosa", l'alleato di Trump ha notato come, inviando armi, gli Stati Uniti stanno "per armare persone su cui non abbiamo il controllo. Questa è una guerra vecchio stile nelle terre insanguinate d'Europa, e ci stanno trascinando dentro".

A criticare il presidente è anche la deputata repubblicana e trumpiana di ferro Marjorie Taylor Green. In un raro slancio contro il tycoon, Greene ha spiegato che fornire armi all'Ucraina è una tradimento delle promesse elettorali ed espresso dubbi sul fatto che, alla fine, i contribuenti americani non pagheranno il conto.

Nell'annunciare l'accordo con la Nato, il presidente ha chiarito a più riprese che gli Stati Uniti si limiteranno a produrre le armi e a pagare saranno gli europei. Una rassicurazione che non è riuscita però a placare i mal di pancia nel mondo Maga. "Senza ombra di dubbio i nostri soldi delle tasse vengono usati", ha tagliato corto Greene puntando il dito contro i costi indiretti, quali le missioni di addestramento per l'utilizzo delle armi.

L'Ucraina non è comunque l'unico fronte di scontro fra Trump e la sua base Maga. A lasciare perplesso il movimento è stata la recente decisione della Casa Bianca di risparmiare dalle deportazioni i migranti attivi nel settore agricolo e in parte in quello dell'intrattenimento, contravvenendo a quanto dichiarato in campagna elettorale.

Ma soprattutto le conclusioni del Dipartimento di Giustizia e dell'Fbi sul caso Epstein, secondo le quali l'ex finanziere non avrebbe avuto una lista clienti e sarebbe morto suicida in carcere. Conclusioni a cui il mondo Maga non crede: l'ira è ora tutta contro la ministra della Giustizia Pam Bondi, contro la quale è schierato anche il numero due dell'Fbi Dan Bongino senza escludere, secondo indiscrezioni, sue possibili dimissioni.

Un'uscita di Bongino, voce e volto noto all'interno del movimento, rischia di causare uno scossone difficile da gestire per la Casa Bianca. Il presidente e il suo staff per il momento minimizzano le critiche, ma l'attenzione resta alta nella consapevolezza che la situazione rischia di precipitare vertiginosamente.