Estero

Ultimatum all'Iran per un accordo nucleare entro agosto

Sanzioni dure in arrivo se non si raggiunge un'intesa, avvertono Stati Uniti ed Europa

16 luglio 2025
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L'Iran avrà tempo fino alla fine di agosto per cercare di ottenere un'intesa sul dossier nucleare. In caso contrario le sanzioni su Teheran saranno durissime.

È questo l'ultimatum lanciato dagli Stati Uniti, d'accordo con il Regno Unito, la Francia e la Germania, i tre Paesi europei firmatari dell'accordo sul nucleare iraniano del 2015. Quello da cui gli Usa di Donald Trump ritirarono la firma pochi anni dopo, imponendo nuove misure restrittive contro Teheran. Mentre la Repubblica islamica riprese l'arricchimento dell'uranio a livelli più alti rispetto a quelli definiti nel patto.

Il messaggio che arriva da Washington, Londra, Parigi e Berlino è chiaro: se entro un mese e mezzo non sarà raggiunta un'intesa contro l'Iran scatteranno nuove misure restrittive in base al meccanismo di 'snapback', quello che riattiverà le vecchie sanzioni dell'Onu revocate in base all'accordo del 2015. Una strategia, questa, messa a punto dal segretario di Stato americano Marco Rubio, assieme ai ministri degli Esteri britannico, francese e tedesco.

I colloqui sul nucleare iraniano tra Teheran e Washington erano stati avviati in aprile ma, dopo cinque incontri mediati dall'Oman, il negoziato è stato interrotto in seguito alla "guerra dei 12 giorni", con gli attacchi di Israele contro il territorio iraniano e i bombardamenti americani contro i siti nucleari della Repubblica islamica.

Per Donald Trump, "gli iraniani vogliono negoziare, ma noi non abbiamo fretta". E, mentre non è ancora stata definita alcuna data per il prossimo giro di colloqui, il Parlamento di Teheran vuole che siano "soddisfatte" delle "condizioni preliminari" per poter riprendere le trattative.

"Quando gli Stati Uniti usano i negoziati come strumento per ingannare l'Iran e coprire un improvviso attacco militare da parte del regime sionista, i colloqui non possono essere condotti come prima", si legge in una dichiarazione dell'assemblea, senza però specificare quali siano esattamente le condizioni per riprendere i colloqui.

Mentre nei giorni scorsi il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, aveva affermato che tra le garanzie dovrebbe esserci quella secondo cui non ci saranno ulteriori attacchi contro Teheran. Oltre alla richiesta a Washington di un compenso per i danni causati dai bombardamenti contro i siti nucleari.

Prima della "guerra dei 12 giorni", il negoziato tra gli Usa e l'Iran si era comunque arenato sul punto dell'arricchimento. Teheran sostiene che il suo programma nucleare ha scopi puramente civili e aveva aperto a possibili limitazioni sui livelli di arricchimento; mentre Washington aveva in varie occasioni dichiarato che la Repubblica islamica non può avere l'arma atomica.