Colpita da artiglieria israeliana, l’edificio era rifugio per sfollati. Il Patriarcato di Gerusalemme condanna l’attacco
La chiesa della Sacra Famiglia, l'unica cattolica nella Striscia di Gaza diventata rifugio per sfollati in fuga dalla guerra, è stata colpita oggi da un colpo di artiglieria dell'esercito israeliano poco dopo la messa mattutina: tre persone sono morte, altre nove sono rimaste ferite, di cui una versa in condizioni critiche e due in condizioni gravi.
Ferito lievemente a una gamba anche il parroco, il padre argentino Gabriel Romanelli, che papa Francesco dopo il 7 ottobre usava chiamare quasi tutti i giorni per avere notizie della piccola comunità cristiana nell'enclave palestinese e assicurare la sua vicinanza. Subito informato dell'accaduto, anche papa Leone XIV ha voluto far sentire la sua voce e il proprio dolore, rinnovando "il suo appello per un immediato cessate il fuoco" ed esprimendo ancora "la profonda speranza di dialogo, riconciliazione e pace durevole".
Nell'immediato, secondo quanto risulta da fonti vicine al Patriarcato di Gerusalemme, Israele si sarebbe giustificato parlando di "un errore di tiro". L'esercito ha poi fatto sapere di voler approfondire "le circostanze dell'incidente". "Israele non prende mai di mira chiese o siti religiosi e si rammarica di qualsiasi danno a un sito religioso o a civili non coinvolti", ha dichiarato il ministero degli Esteri.
Parole che non bastano tuttavia a frenare l'indignazione della comunità internazionale, nella quale cresce l'insofferenza per le troppe vittime civili causate dalla guerra di Benyamin Netanyahu contro Hamas. Parigi ha chiesto che si ponga fine "alla carneficina a Gaza", giudicando "inammissibile" l'attacco alla chiesa, "posta sotto la protezione storica della Francia" in base a un accordo risalente agli inizi del secolo scorso.
Le immagini della Sacra Famiglia mostrano la chiesa danneggiata e annerita nella parte più alta della facciata, vicino alla croce rimasta intatta. Nell'attacco hanno perso la vita il portiere della parrocchia e due donne.
Il Patriarcato Latino di Gerusalemme, guidato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha condannato "l'attacco contro civili innocenti e contro un luogo sacro". "Tuttavia - ha sottolineato - questa tragedia non è più grande né più terribile di molte altre che hanno colpito Gaza. Molti altri civili innocenti sono stati feriti, sfollati e uccisi".
"Morte, sofferenza e distruzione sono ovunque", si legge in una nota mentre si contano altre 94 vittime in tutta la Striscia nelle ultime 24 ore. "È giunto il momento che i leader alzino la voce e facciano tutto il necessario per fermare questa tragedia, umanamente e moralmente ingiustificabile", è l'appello accorato del Patriarcato dopo 21 mesi di guerra e oltre 58 mila morti.