Il governo maltese elimina il controverso schema di cittadinanza a pagamento, ora basato su meriti eccezionali
Addio al prezzario per la vendita dei passaporti. Dopo oltre un decennio di critiche, sarà ufficialmente abolito il controverso schema di vendita della cittadinanza maltese lanciato nel 2014 dall'allora neoeletto governo laburista del rampante Joseph Muscat.
La proposta di modifica alla legge sulla cittadinanza, la numero 188 dell'ordinamento di Malta, è arrivata dal governo dello stesso colore ora guidato da Robert Abela (succeduto nel 2020 a Muscat, travolto dalle proteste per le rivelazioni sull'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia) che in passato aveva difeso lo schema, mandato in pensione dalla sentenza della Corte europea di giustizia che nell'aprile scorso ha dichiarato il programma maltese "in violazione del diritto dell'UE" in quanto "l'acquisizione della cittadinanza dell'Unione europea non può essere il risultato di una transazione commerciale".
Nei giorni scorsi, il ministro degli interni Byron Camilleri ha presentato la proposta di abolire lo schema, rivendicando comunque il diritto di Malta di concedere i suoi passaporti a chiunque ritenga opportuno.
Negli ultimi undici anni il vecchio schema ha garantito il passaporto maltese (che apre lo spazio Schengen e offre viaggi senza visto in oltre 100 paesi, USA compresi) in cambio di contributi per almeno un milione di euro (932'000 franchi al cambio attuale), di cui almeno 600'000 euro in contanti, il resto in acquisti immobiliari e donazioni.
L'altro ieri, in una conferenza stampa con giornalisti maltesi, Camilleri ha affermato che "l'elemento transazionale del processo verrà completamente eliminato dal programma, così come il ruolo svolto dagli agenti", ovvero le strutture nate per curare l'intera procedura per gli oltre mille ricchi di tutto il mondo (russi, azeri, libici, arabi, cinesi, le nazionalità dei principali clienti del programma che ha portato miliardi di euro nelle casse della Valletta). L'acquisizione della cittadinanza ora, ha sostenuto, sarà "aperta a coloro che avranno fornito servizi e contributi eccezionali" a Malta.
"Rispetteremo la sentenza della UE e ci conformeremo alla sua decisione - ha affermato il ministro. Tuttavia, la Corte ha anche confermato che la concessione della cittadinanza è una competenza nazionale".
"Amplieremo e rafforzeremo il modo in cui la cittadinanza viene concessa per merito", ha precisato, ricordando che Malta ha un programma di cittadinanza per merito in vigore dal 2017, quando venne introdotto con sostegno bipartisan nel (vano) tentativo di fermare la procedura che tre mesi fa è arrivata alla bocciatura definitiva.
Ora la legge sulla cittadinanza sarà modificata per consentire anche a "filantropi e tecnologi" di beneficiare del programma di cittadinanza per meriti. Tra i quali è esplicitamente citata la "creazione di posti di lavoro" come criterio per valutare un "contributo eccezionale al paese" e comunque il ministro potrà anche indicare individui "la cui naturalizzazione è di eccezionale interesse per la Repubblica di Malta", facendo l'esempio ipotetico di un chirurgo straniero che fornisca un servizio medico attualmente non disponibile a Malta.
Per l'opposizione la revisione di legge è una vittoria. "La cittadinanza maltese non avrebbe mai dovuto essere messa in vendita", ha indicato il Partito nazionalista, affermando di "accogliere con soddisfazione" l'abolizione del programma. La sentenza della Corte europea di giustizia ha "gettato un'ombra sul nostro paese", ma "è positivo che i laburisti abbiano riconosciuto che la cittadinanza non si vende, anche se lo hanno fatto solo dopo una sentenza della Corte europea".