Estero

Nuova strage in Ucraina con 25 vittime tra cui una donna incinta

Bombardamenti russi colpiscono prigione e clinica ostetrica, Mosca nega responsabilità

29 luglio 2025
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Nuova strage in Ucraina, con uno dei bilanci più sanguinosi degli ultimi mesi: sono almeno 25 i morti, inclusa una 23enne incinta, nei massicci bombardamenti russi sul Paese. A finire sotto i colpi dei missili e dei droni kamikaze una prigione, una clinica ostetrica e un gruppo di civili in attesa di ricevere aiuti.

Mosca nega: "Le forze armate russe non colpiscono obiettivi civili, colpiscono infrastrutture militari e paramilitari", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, all'indomani del nuovo ultimatum di Donald Trump per porre fine alla guerra, di cui i russi si limitano a "prendere nota".

Una scadenza rilanciata dal presidente americano anche nel volo di rientro dalla Scozia: "Sono 10 giorni a partire da oggi", ha detto senza nascondere l'irritazione per la mancata risposta di Mosca, "è una vergogna".

Secondo testimoni e soccorritori, i caccia russi hanno colpito i distretti di Zaporizhzhia con 8 successivi raid a colpi di bombe Fab - oltre 150 chilogrammi di esplosivo e guida satellitare - quattro delle quali hanno centrato il carcere di Bilenke, un villaggio a 20 km dalla città. Nelle violente esplosioni sono rimasti uccisi 16 detenuti, altri 100 feriti, la metà dei quali costretti al ricovero in ospedale. Per Kiev "è un altro crimine di guerra russo". Solo un miracolo ha evitato un bilancio più drammatico: quando sono arrivate le bombe, nella struttura c'erano 274 prigionieri, tutti ucraini, e circa 30 addetti.

A Kamianske, nella regione meridionale di Dnipropetrovsk che le truppe russe martellano da settimane, sono invece finite nel mirino le infrastrutture mediche. I raid hanno colpito una clinica ostetrica e un vicino reparto ospedaliero. I morti sono 3, tra loro anche Diana, una ragazza di 23 anni incinta. Altre 22 persone sono rimaste ferite, compresa una seconda partoriente che versa in gravi condizioni. Altro sangue è stato versato a Novoplatonivka, nella regione settentrionale di Kharkiv: alcuni razzi hanno centrato una piazzetta dove numerosi residenti si erano radunati per ricevere aiuto umanitario. Il bilancio è di almeno 6 morti e diversi feriti.

Nel complesso, nelle ultime 24 ore, i raid russi hanno colpito 73 città e villaggi ucraini, ha denunciato il presidente Volodymyr Zelensky, sottolineando che la nuova escalation arriva "dopo che gli Stati Uniti hanno espresso una posizione molto chiara, sostenuta dal mondo intero, secondo cui la Russia deve porre fine a questa guerra e passare alla diplomazia". Si riferiva all'inquietudine del capo della Casa Bianca, che negli ultimi giorni ha manifestato pubblicamente il suo malumore nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. Mosca sembra fare orecchie da mercante: il Cremlino ha "preso nota" dell'ultimatum alla Russia da parte del presidente statunitense per mettere fine al conflitto in Ucraina, ha detto il portavoce Peskov, lamentando poi un "rallentamento" nel processo di normalizzazione dei rapporti con gli Usa", che non sta andando "né qui né là".

E mentre al Cremlino si fanno i conti con il secondo giorno di sostanziale blocco dell'aeroporto Sheremetyevo nella capitale, causato da un massiccio attacco informatico che però non ha impedito l'atterraggio del primo volo diretto da Pyongyang, Putin sguinzaglia ancora una volta i suoi 007 per colpire Zelensky sul piano mediatico. I servizi d'intelligence per l'estero (Svr) hanno infatti annunciato di essere venuti a conoscenza di un "incontro segreto" in una "località turistica nelle Alpi" nel quale rappresentanti degli Usa e della Gran Bretagna avrebbero concordato con alcuni responsabili di Kiev di rimuovere il presidente ucraino e sostituirlo con l'ex capo di Stato maggiore, il generale Valery Zaluzhny, attuale ambasciatore a Londra. Una spy story da film smentita con forza dall'intelligence militare ucraina: "È solo propaganda".