Estero

Arresti domiciliari per l'ex assessore Tancredi nell'inchiesta urbanistica di Milano

Coinvolti anche l'immobiliarista Catella e altri dirigenti, accuse di corruzione e false dichiarazioni

Sì agli arresti domiciliari per l'ex assessore comunale alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, e per l'immobiliarista Manfredi Catella, presidente della società immobiliare Coima. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari (Gip) di Milano, Mattia Fiorentini, nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica del capoluogo lombardo.

Il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per l'imprenditore Andrea Bezziccheri di Bluestone, e i domiciliari per l'ex presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marioni, per il suo vice Alessandro Scandurra e per l'ex manager Federico Pella.

I reati contestati sono corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319 e 321 c.p.) nei confronti di tutti gli indagati, false dichiarazioni su qualità personali (art. 496 c.p.) nei confronti di Marinoni, Scandurra, Tancredi, e di induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319 quater c.p.) nei confronti di Tancredi, Marinoni e Catella.

"L'impostazione accusatoria, esaminata dal Giudice alla luce della documentazione prodotta dalle difese degli indagati e delle dichiarazioni acquisite a seguito degli interrogatori preventivi ex art. 291 comma 1 quater c.p., effettuati nella giornata del 23 luglio 2025, è stata validata dal Giudice quanto alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, con esclusione delle condotte di corruzione ascritte provvisoriamente a Giuseppe Marinoni ai capi c), d) e f) e alla condotta di cui all'art. 319 quater c.p. (capo g)) ascritta provvisoriamente agli indagati Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni e Manfredi Catella" riferisce in una nota il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia.

Quanto alle esigenze cautelari legate al pericolo di reiterazione di reati "il Giudice ne ha ritenuto la sussistenza ed ha valutato che le stesse possano essere soddisfatte con le diverse misure cautelari applicate e sopra indicate - chiarisce ancora il presidente del Tribunale di Milano -. Viceversa non sono state ritenute dal Giudice sussistenti le esigenze cautelari di cui all'art. 274 lett. a) e b) c.p.p. - concreto e attuale pericolo per l'acquisizione o la genuinità della prova e pericolo di fuga - prospettate dalla Procura".