Estero

La Svizzera sollecita un'accelerazione nei negoziati ONU sul trattato globale sulla plastica

Felix Wertli esprime cauto ottimismo ma sottolinea la lentezza delle trattative a Ginevra

8 agosto 2025
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Ai negoziati dell'ONU per il raggiungimento di un trattato globale sulla plastica, attualmente in corso a Ginevra, "è necessario un cambiamento di ritmo". A dirlo è Felix Wertli, capo negoziatore per la Svizzera, nonché responsabile della divisione affari internazionali dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM).

Nonostante gli scarsi progressi raggiunti finora, Wertli rimane comunque "cautamente ottimista". Le discussioni "sono più precise, più concise" rispetto al precedente round di negoziati, tenutosi in Corea del Sud alcuni mesi fa, ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti presenti nella Città di Calvino. Purtroppo - afferma il funzionario con una nota di rammarico - le trattative "sono ancora troppo lente". La Svizzera chiede quindi in sostanza di accelerare il passo. Ma i Paesi più ambiziosi e gli Stati produttori di petrolio, per il momento, non sembrano intenzionati a invertire la propria rotta. "Stiamo assistendo a varie discussioni per trovare delle soluzioni", ha affermato Wertli.

Il capo del comitato dei negoziati, l'ambasciatore ecuadoriano Luis Vayas Valdivieso, presenterà domani una sintesi dei suggerimenti messi sul tavolo dai delegati dei circa 170 Paesi riunitisi a Ginevra. "Se vogliamo raggiungere un accordo efficace è necessario uno slancio politico, alimentato in particolare dai maggiori produttori di petrolio", sostiene il capo negoziatore elvetico. "Ma Arabia Saudita, Iran e Russia, tra i più recalcitranti, non sembrano intenzionati a voler cambiare la loro posizione", prosegue Wertli. "Un altro problema è che l'amministrazione di Donald Trump ha dettato un nuovo approccio da parte degli Stati Uniti, orientandosi alla posizione degli oppositori".

Albert Rösti atteso per mercoledì

Le questioni aperte e le divergenze da risolvere sono ancora molte, afferma Wertli. Tra queste ad esempio l'obiettivo di riduzione della produzione di plastica, oppure l'elenco internazionale dei componenti da vietare o il meccanismo di finanziamento per i Paesi in via di sviluppo.

"Dobbiamo ancora fare progressi per preparare il terreno in vista dell'arrivo dei ministri", attesi a Ginevra a partire da martedì. Nell'agenda del consigliere federale Albert Rösti, la partecipazione all'ONU è invece prevista per mercoledì e giovedì. Oltre al capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), la Svizzera è rappresentata dalla direttrice dell'UFAM, Katrin Schneeberger.

La crisi dell'inquinamento da plastica ha raggiunto proporzioni allarmanti: si stima che vengono prodotte oltre 460 milioni di tonnellate di plastica all'anno, di cui circa il 75% finisce tra i rifiuti, invadendo oceani ed ecosistemi in tutto il mondo. Se le cose non cambiano, la produzione annuale potrebbe raddoppiare fino a 884 milioni di tonnellate nel 2050, e superare gli 1,2 miliardi entro il 2060, afferma l'ONU.

Secondo Greenpeace, la Svizzera è al secondo posto nella classifica dei paesi con la percentuale più alta di popolazione a rischio. Più del 10% degli abitanti, ovvero 973'000 persone, vive a meno di 10 km di distanza da un sito di produzione legato alla plastica. Gli esperti stimano che i costi sanitari annuali causati dall'inquinamento da plastica nel mondo ammontino ad almeno 1'500 miliardi di dollari.