Oltre 530 arresti, tra cui anziani e disabili, sollevano critiche contro il governo laburista di Starmer
Monta la bufera nel Regno Unito per la retata di dimensioni senza precedenti, con un bilancio finale di oltre 530 persone arrestate, condotta dagli agenti di Scotland Yard nei confronti di quanti sabato scorso a Londra hanno manifestato in modo non violento a sostegno di Palestine Action, il gruppo pro-pal inserito nella lista nera delle "organizzazioni terroristiche" in seguito alla contestatissima decisione del governo laburista del premier Keir Starmer.
Ancor di più alla luce di video e testimonianze diffusi sui social media in cui è emerso che sono state fermate due donne novantenni, oltre a un non vedente costretto sulla sedia a rotelle, mentre le persone attorno urlavano "shame on you" (vergognatevi) alle forze dell'ordine.
Le critiche rivolte all'esecutivo laburista si sono moltiplicate a fronte dei dati diffusi sugli arrestati: la metà di loro ha 60 anni o più, se ne contano 15 over 80 e 112 over 70. Tutti dovranno rispondere davanti alla giustizia di reati ai sensi della legge anti-terrorismo del 2000 per aver in larga parte solo mostrato un cartello con la scritta: "Io mi oppongo al genocidio, io sostengo Palestine Action". Mentre c'è chi sottolinea che sotto un governo Labour è stato superato il precedente record repressivo di 329 fermi compiuti dalla polizia di Londra in una sola manifestazione, ai tempi delle proteste contro la famigerata 'poll tax' che costò la poltrona alla conservatrice Margaret Thatcher nel 1990.
Il coro di condanna per quanto successo sabato si è levato dalle ong come Amnesty International e Greenpeace, da diversi rappresentanti politici e organizzazioni internazionali, che hanno parlato di una chiara violazione della libertà di manifestare in un Paese che si fa vanto di difendere i diritti fondamentali. Quella che quindi si è trasformata in una retata di anziani ha sollevato forti dubbi perfino fra le forze dell'ordine.
La Met Police non solo ha subito un danno alla propria immagine ma ha dichiarato di aver dovuto affrontare una situazione ingestibile e sfide "del tutto irrealistiche" per il numero di arresti compiuti: ancor di più se si considera che altre proteste sono già state programmate. Il governo ha intenzione però di tirare dritto, col portavoce di Starmer che ha rinnovato la definizione di Palestine Action come "organizzazione violenta". Il Labour moderato di sir Keir, già in crisi di consensi, rischia così di lasciare ancora più spazio al nuovo partito di sinistra creato da Jeremy Corbin, che riferendosi agli arresti di massa ha parlato di "giornata della vergogna" per il sistema legale britannico.