Le banche coinvolte sono accusate di riciclaggio legato al traffico di oppioidi, mentre CIBanco avvia azioni legali contro il Tesoro USA
Il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha prorogato al 20 ottobre le scadenze per l'entrata in vigore degli ordini emessi il 25 giugno scorso, che vietano la trasmissione di fondi collegati a tre istituti finanziari messicani: CIBanco, Intercam Banco e Vector Casa de Bolsa.
Secondo quanto comunicato oggi dal FinCEN sul suo sito ufficiale, le tre banche rappresentano una "preoccupazione primaria" per il riciclaggio di denaro legato al traffico illecito di oppioidi, ai sensi del Fentanyl Sanctions Act e del FEND Off Fentanyl Act, due leggi bipartisan recentemente approvate a Washington per contrastare il traffico di fentanyl, responsabile di migliaia di morti negli Stati Uniti.
La proroga, spiega il comunicato, consente ai tre istituti di adeguarsi alle restrizioni senza interrompere immediatamente le loro operazioni. Il Tesoro americano ha inoltre sottolineato che gli sforzi congiunti con il governo messicano mirano a proteggere le istituzioni finanziarie e le economie dai cartelli criminali e dalle attività di riciclaggio ad essi collegate.
Intanto CIBanco, uno dei principali istituti finanziari messicani, ha presentato una causa davanti alla Corte federale del Distretto di Columbia contro il segretario del Tesoro americano Scott Bessent e la direttrice del FinCEN Andrea Gacki per fermare la sospensione dei collegamenti con il sistema finanziario statunitense, rende noto il sito del quotidiano economico messicano "El Financiero".
La banca contesta accuse di presunto riciclaggio legato a cartelli della droga e sanzioni che minacciano oltre 40 miliardi di dollari in asset fiduciari, 1'300 transazioni quotidiane e la chiusura di conti e carte. CIBanco denuncia la mancanza di trasparenza e diritto di difesa, sottolineando che le imputazioni non forniscono dati verificabili. La banca ha richiesto un blocco provvisorio e permanente dell'ordine, la revoca della normativa sottostante e il rimborso delle spese legali.