Investimenti in difesa per respingere aggressioni e mantenere la pace, nonostante le tensioni regionali
In dichiarazioni in serata all'emittente privata Prva, Vucic ha detto che già ora l'Esercito è enormemente più forte e attrezzato rispetto agli anni scorsi, con l'acquisizione di nuovi e sofisticati armamenti, molti dei quali verranno mostrati a una grande parata militare il 20 settembre a Belgrado. Parata, ha precisato, alla quale parteciperanno in vario modo 10 mila militari. "Per noi il mantenimento della pace è di importanza cruciale, e intendiamo investire ancora negli armamenti, benché ciò suoni paradossale e contraddittorio, per preservare la pace, per respingere chiunque tenti di attaccare la Serbia", ha affermato Vucic, riferendosi in particolare alle recenti alleanze militari concluse da Paesi vicini quali Croazia, Slovenia, Albania, e anche il Kosovo, che Belgrado non riconosce e continua a considerare parte del suo territorio. "Dopo l'alleanza militare Tirana-Pristina-Zagabria è stata costituita l'ulteriore alleanza Zagabria-Lubiana. Ed è assolutamente chiaro che ciò non è stato fatto per la neutrale Austria, ma naturalmente per la Serbia (che è anch'essa militarmente neutrale, ndr).
E si aspettano l'adesione anche della Bulgaria, lo ha detto più volte il ministro della difesa croato", ha affermato il presidente. "E ad ogni domanda in Europa sui motivi di tali alleanze, la Serbia non ottiene risposta". "Noi non possiamo avere risposta. Semplicemente tutto ciò è assolutamente normale, nonostante il Kosovo non sia uno stato, e non solo per noi ma per quattro paesi Nato, e cinque Paesi Ue", ha detto Vucic con riferimento a Spagna, Grecia, Romania, Cipro e Slovacchia che non riconoscono l'indipendenza del Kosovo. Il presidente si è ugualmente riferito alle espressioni di odio contro i serbi che si ascoltano costantemente negli stadi, ai concerti, alle manifestazioni negli altri Paesi vicini - Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro.