Non appena si è diffusa la notizia dell'operazione a Gaza city, dove l'intelligence ritiene che si trovino almeno una parte dei circa 20 rapiti, le famiglie si sono messe in marcia verso la residenza del primo ministro a Gerusalemme. Terrorizzate per la sorte dei loro cari: 'Potrebbe essere la loro ultima notte", hanno accusato il premier.
Netanyahu ha dato il via all'operazione dopo una giornata intensa. In conferenza stampa congiunta, a nome del presidente Trump, il segretario di Stato Usa Marco Rubio in visita in Israele, ha sottolineato l'amicizia e il forte legame tra i due Paesi e soprattutto ha messo in chiaro che la Casa Bianca "resta impegnata" a raggiungere due obiettivi in particolare: "Ogni singolo ostaggio deve tornare a casa immediatamente e Hamas deve essere eliminato". Uno dei temi al centro del colloquio privato di un'ora e mezza tra Rubio e Netanyahu prima che l'incontro venisse aperto anche a ministri e ambasciatori. E prima che Bibi si paragonasse a Charlie Kirk, l'attivista repubblicano ucciso nello Utah, riferendo che "è stato minacciato" anche lui. Nel frattempo, Hamas - preparandosi all'offensiva dell'Idf - ha portato alcuni degli ostaggi nelle tende e negli edifici di Gaza city per usarli come scudo. E ha affidato il coordinamento del cosiddetto 'legitimacy ambush' (imboscate e guerriglia) a Izz al-Din Haddad, capo dell'ala militare, Raed Saad, comandante della divisione operativa, Muhammad Odeh, che guida l'intelligence e Mohand Rajab, militare di alto rango della Brigata Gaza. Non basta: la strategia di Hamas comprende le violente azioni contro i residenti per impedire che seguano gli avvisi di evacuazione e si spostino a sud. Circa 700mila persone sono ancora a Gaza, nonostante i bombardamenti intensi delle ultime settimane. In 320mila si sono trasferiti verso la parte meridionale, nei campi di al Mawasi, a Kan Younis. Ma l'Idf, pur aspettandosi che centinaia di migliaia lascino Gaza city non appena iniziate le operazioni di terra, non si illude sulle difficoltà: civili usati come scudi umani, miliziani in infradito e bombe nello zainetto mimetizzati tra la gente. Nel frattempo lunedì pomeriggio è iniziato a Doha il vertice di emergenza del Paesi arabi e musulmani dopo l'attacco alla leadership di Hamas. Alla domanda in conferenza stampa se Israele avesse aggiornato Washington prima del raid, Netanyahu è sembrato voler ridurre le conseguenze negative su Washington e ha ribadito: "Ci assumiamo la piena responsabilità, perché i terroristi non possono avere rifugi sicuri. L'abbiamo fatto da soli". Rubio ha offerto una risposta obliqua: "Siamo concentrati sul ruolo che il Qatar può svolgere adesso per la liberazione degli ostaggi e per un futuro migliore per i residenti di Gaza. Abbiamo buone relazioni con i nostri partner nel Golfo. Siamo concentrati su ciò che accadrà dopo".