Il partito della sinistra radicale Podemos ha ribadito oggi il suo "no" alla presa in esame al Congresso spagnolo della proposta di legge per il trasferimento delle competenze in materia di immigrazione alla Catalogna, frutto di un accordo fra il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) e Junts per la Catalunya, anche in funzione di un sostegno del partito catalanista alla futura legge di bilancio.
Il provvedimento, in discussione questo pomeriggio alla Camera bassa, rischia una clamorosa bocciatura, dopo che Podemos, con i suoi quattro deputati - decisivi per la fragile maggioranza che sostiene l'esecutivo progressista minoritario PSOE-Sumar - ha annunciato il suo "no" assieme a quelli del conservatore Partido Popular e dell'estrema destra VOX.
La segretaria di Podemos, Ione Belarra, si è nuovamente smarcata dal testo di legge, definendolo "apertamente razzista", perché nel preambolo "si criminalizza l'immigrazione dicendo che è un rischio per l'educazione e la sanità pubblica". Cosa che Podemos "respinge radicalmente, perché è una menzogna", in quanto il deterioramento dei servizi pubblici "ha molto più a che vedere con le privatizzazioni", ha rilevato Belarra.
Salvo improbabili sorprese il decreto sarà bocciato, rischiando così di far saltare uno dei pilastri di fondo dell'accordo di investitura di Pedro Sánchez con il leader di Junts, Carles Puigdemont. Di fronte a questo scenario, il governo starebbe già valutando un "piano B", recuperando le misure che non richiedono una legge e approvandole per decreto, come ha già fatto in passato, segnalano fonti vicine all'esecutivo riprese da vari media, fra i quali "La Vanguardia".
Dal Partito socialista si nega che la legislatura sia a rischio, minimizzando la portata del potenziale fallimento. Tuttavia, il voto rappresenta un test cruciale non solo per il rapporto con Junts, ma pure per la tenuta interna del blocco di investitura.
Anche il gruppo Sumar, infatti, alleato del PSOE, si presenta alla votazione diviso, con i deputati di Izquierda Unida e Compromis che hanno espresso riserve e potrebbero astenersi o votare contro.