Estero

Doccia, frigo e tv, la piccola cella che aspetta Sarkò

26 settembre 2025
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Il giorno dopo il grande shock del primo presidente della Repubblica francese condannato al carcere, i sostenitori di Nicolas Sarkozy gridano ancora contro quella che definiscono una "decisione infondata" dei giudici.

E denunciano le modalità "perverse" scelte dal tribunale per annunciare la sorte dell'imputato. Ricordano anche che la presidente del tribunale ha partecipato in passato a manifestazioni anti-Sarkozy.

Dal 13 ottobre, quando la procura convocherà l'ex presidente per notificargli l'ordine di carcerazione, Sarkò diventerà un detenuto. Lo aspetta una cella di 9 metri quadrati con i comfort di base: frigo, tv e doccia personale. Ci rimarrà fin quando non gli sarà concessa una forma di pena sostitutiva al carcere.

Sarà probabilmente il carcere parigino della Santé ad ospitarlo in un settore per "vulnerabili", praticamente in isolamento. "È un settore destinato a persone mediatiche o la cui vicenda sia stata molto mediatizzata", ha spiegato il segretario di un sindacato dei lavoratori dei penitenziari, Wilfried Fonck: le celle sono su piani riservati dove i detenuti svolgono attività fra loro".

Privilegi? Nessuno. Come tutti, una cella di 9 metri quadrati con la propria doccia, il frigo e la tv, appunto. Ventitré ore, in linea di principio, da trascorrere rinchiusi, un'ora - quella della passeggiata all'aria aperta - che non sarà allo stesso orario dei detenuti ordinari, proprio per evitare incontri con i vip.

Molto gettonato da radio e tv in queste ore, l'avvocato di Sarkozy, Jean-Michel Darrois, ha ripetuto da tutti i microfoni che ancora oggi "non si rende conto" di quanto avvenuto, a 24 ore dalla condanna. Ha citato la modalità "perversa" scelta dai giudici per annunciare la condanna di Sarkò, del quale sono stati enunciate prima le varie assoluzioni "dalle accuse più gravi", come la corruzione e il finanziamento illegale delle spese di campagna elettorale. Poi, la doccia fredda dell'"associazione per delinquere", con la condanna.

"Ci dicevamo, 'non può essere grave' - ha raccontato Darrois - e poi, patatrac!: 5 anni. Siamo rimasti tutti increduli, ancora adesso non mi rendo conto. È una decisione infondata in diritto, né la corruzione, né il finanziamento illegale sono stati dimostrati".

Intanto, l'ex consigliere speciale di Sarko', Henri Guaino, ha chiesto che il presidente della Repubblica Emmanuel Macron conceda la grazia al suo predecessore, una grazia "parziale", che cancellerebbe soltanto l'incarcerazione. Potrebbe, in teoria, essere invocato l'articolo 17 della Costituzione, che consente al capo dello Stato di concedere "la grazia a titolo individuale". Ma soltanto quando la condanna sarà "definitiva", quindi l'opzione è esclusa nell'immediato.

E il legale di Sarkozy è convinto che il suo cliente preferisca "difendersi e dimostrare la sua innocenza". A Darrois è stato da diverse parti chiesto un parere sulla presenza di Nathalie Gavarino, presidente del tribunale che lo ha condannato, ad una manifestazione nel 2011 proprio contro l'allora capo di stato Nicolas Sarkozy: "Io voglio rispettare la giustizia, non voglio credere che questo abbia potuto influenzare la sua decisione - ha detto il legale - però potrei capire se qualcun altro lo pensasse".