L'ex governatore della Banca centrale del Libano, Riad Salame, sotto processo per malversazioni finanziarie a Beirut e in diversi paesi europei, è stato rimesso in libertà dopo aver pagato una cauzione di ben 14 milioni di dollari.
Lo riferiscono i media libanesi, secondo cui la giustizia libanese ha aperto una inchiesta per verificare l'origine di questi fondi, mentre Salame è stato comunque dimesso dall'ospedale dove era in stato di arresto e piantonato.
Gli avvocati di Salame, rimasto governatore per circa 30 anni fino al 2023 e definito da più parti come corresponsabile del default finanziario del Libano palesatosi nel 2019, affermano che "il versamento della cauzione non costituisce in alcun caso un riconoscimento delle accuse mosse contro" il loro cliente. "Dimostreremo l'origine dei fondi (usati per la cauzione) con documenti e prove alla mano", hanno detto gli avvocati.
La procura libanese ha aperto un'indagine sull'origine dei fondi al fine di verificarne la legittimità, afferma il quotidiano l'Orient-Le Jour. Salame, arrestato alla fine del 2024, è stato chiamato a pagare la cauzione nell'ambito del processo in corso in Libano e relativo al presunto trasferimento illecito di fondi dalla Banca centrale, sotto forma di compensi per "consulenze", a una società di intermediazione finanziaria, la Optimum Invest.
Da questa società i fondi, per un ammontare di 44 milioni di dollari, sarebbero stati poi dirottati su conti privati di Salame e di suoi familiari e collaboratori. In precedenza, i giudici avevano fissato una cauzione a 20 milioni di dollari (un record per la giustizia libanese), poi ridotta a 14. Ad agosto scorso, Salame aveva pagato, sotto forma di beni immobiliari, un'altra cauzione fissata a tre milioni di dollari nel processo che lo vede accusato di aver usato fondi della Banca centrale per godere di proprietà immobiliari agli Champs-Élysées di Parigi.