Panos Routsi chiede l'autorizzazione della procura per analisi sul corpo del figlio morto a 22 anni; concessa solo la riesumazione per il DNA
Panos Routsi, padre di una delle 57 vittime dell'incidente ferroviario di Tebi di due anni fa, è in sciopero della fame da quindici giorni per ottenere dalla procura ellenica l'autorizzazione a compiere esami tossicologici sul corpo del figlio e accertare le cause della sua morte. Lo riporta Efsyn.
Lo scorso venerdì, il procuratore di Larissa ha accettato la richiesta di riesumazione del corpo del figlio di Routsi, Denis, morto a 22 anni a Tebi, per compiere esami del DNA, ma non per svolgere gli esami tossicologici.
"Voglio sapere di cosa è morto mio figlio", ha dichiarato il padre 48enne, di fronte alle migliaia di manifestanti che si sono radunati ieri in piazza Syntagma ad Atene per esprimere la propria solidarietà a Routsi. Il padre, che da due settimane occupa un presidio davanti al parlamento dove sono stati scritti per terra con la vernice rossa i nomi delle 57 vittime dell'incidente, aveva dichiarato di non essere sicuro che i resti da lui seppelliti appartenessero al corpo del figlio.
Il 28 febbraio del 2023, un Intercity partito da Atene e diretto a Salonicco - con a bordo molti universitari - si è scontrato con un treno merci che viaggiava sullo stesso binario in direzione opposta. L'incidente ha generato un'ondata di proteste in Grecia per chiedere giustizia. Secondo un'associazione dei familiari delle vittime, il treno merci avrebbe potuto trasportare un carico non dichiarato di materiale chimico responsabile del vasto incendio, scoppiato subito dopo lo scontro, in cui sarebbero morti dei passeggeri.
Alcuni familiari, come Routsi, avevano fatto domanda per eseguire esami tossicologici sui corpi dei figli utili a dimostrare la presenza di possibili sostanze chimiche. "L'amore delle persone che mi hanno mostrato sostegno fin dal primo giorno della mia protesta è diventato enorme e continuo la mia lotta, fino alla fine", ha dichiarato il padre, accusando il governo ellenico di volere insabbiare le indagini sull'incidente.