Estero

Unesco lancia museo virtuale contro il traffico di opere rubate

29 settembre 2025
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Un Museo Virtuale di oggetti culturali rubati, per sensibilizzare gli utenti sul traffico illecito di beni culturali, sulle sue conseguenze e contribuire al recupero degli oggetti depredati. E' la piattaforma lanciata oggi alla conferenza Mondialcult 2025 in corso a Barcellona, dal vicedirettore generale della Cultura dell'Unesco, Ernesto Ottone. Il museo comprenderà inizialmente 250 oggetti d'arte di 46 paesi diversi che rappresentano le tradizioni culturali nel mondo.

Si tratta del primo museo di realtà virtuale immersiva e interattiva, al servizio di tutti gli attori che partecipano alla lotta al traffico di opere e il cui obiettivo sul lungo termine non è ampliare la propria collezione ma vuotarla gradualmente, a mano a mano che i pezzi rubati recuperati vengono restituiti.

Realizzata con il sostegno dell'Arabia Saudita, in collaborazione con l'Interpol, la piattaforma Unesco punta ad ampliarsi al contributo di altri paesi, per combattere il traffico di beni culturali, "uno dei mercati più interessanti dal punto di vista degli utili e più prospero nelle zone di guerra", come ha rilevato Ottone durante la presentazione.

L'architettura virtuale è stata affidata all'architetto del Burkina Faso, Francis Karé, vincitore del Premio Pritzker, che l'ha disegnata ispirandosi alla forma del baobab della sua terra natale. Con una struttura in 3D che comprende una rampa a forma di spirale - sull'esempio del Museo Guggenheim di New York - che simbolizza l'accesso alla conoscenza e alla storia, come ha rilevato l'autore alla conferenza di Barcellona.

Nelle varie gallerie virtuali sono riprodotti gli oggetti rubati del quali, con un semplice clic, si potrà conoscere la storia e la provenienza, attraverso le storie, le testimonianze e le foto che li accompagnano.

Grazie a questo spazio virtuale "condividiamo il maggior numero possibile delle sfide della lotta contro il traffico illecito di beni culturali, un traffico che ferisce le memorie, rompe gli anelli delle generazioni e impedisce la scienza", ha rilevato Francis Karé.

Lo strumento principale della lotta al traffico illecito di beni culturali è la base di dati dell'Interpol, che include opere razziate nel saccheggio del patrimonio in zone di conflitto, nel scorso di scavi archeologici illegali, nei furti in istituzioni culturali e provenienti dalla falsificazione di opere d'arte.