Il ministro ribadisce la linea "prudente" del governo ma lancia anche qualche segnale di ottimismo sul fronte della crescita: "nella seconda metà dell'anno il Pil è in accelerazione e anche se la stima per il 2025 è prudenziale (0,5%), continuo a pensare che quest'anno avremo, e magari ce lo diranno tra qualche anno, un Pil in crescita dello 0,6-0,7%". delle risorse". Entrando nello specifico delle misure il ministro annuncia di voler prorogare il bonus ristrutturazioni al 50% sulle prime case mentre per gli incentivi all'industria si studiano forme automatiche, non potendo usare Industria 4.0. Infine il nodo difesa: di fronte alle richieste dei parlamentari di opposizione Giorgetti puntualizza che tutto è rimandato a dopo la fine della procedura di infrazione: "non possono chiederci di aumentare le tasse o tagliare la sanità" per questo.
La manovra, dunque, prende forma e potrebbe essere pronta entro il 15 ottobre. Con qualche giorno d'anticipo rispetto alla scadenza del 20 ottobre, il disegno di legge di bilancio dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri insieme al Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare a Bruxelles. Potrebbe essere messo sul tavolo del Cdm anche il decreto fiscale che spesso accompagna la manovra. Una riunione è al momento prevista per il 13, ma in attesa della convocazione ufficiale la data è ancora ballerina. C'è da definire se il taglio di due punti della seconda aliquota Irpef, dal 35% al 33%, per dare ossigeno al ceto medio si limiterà allo scaglione 28mila-50mila euro, come ha lasciato intuire anche la premier, o se alla fine si estenderà fino a 60mila come chiede Forza Italia. Su un punto tutti sono d'accordo, anche questa manovra - le cui coperture arriveranno anche dai tagli ai ministeri - dovrà favorire famiglie e natalità: quindi si lavora sulle detrazioni fiscali col quoziente familiare e a confermare il congedo parentale facoltativo all'80%. Dalle opposizioni invece arriva l'appello del leader M5s Giuseppe Conte a condividere con la maggioranza 4 "misure straordinarie" da inserire in manovra: "maxi taglio delle tasse", "aumento consistente dell'assegno unico per i figli", "risorse vere per la sanità" e "il ripristino di transizione 4.0 per le imprese".
Intanto arriva il monito di Bankitalia. "Gli interventi di copertura dovranno essere certi", avverte il capo del Dipartimento Economia e Statistica Andrea Brandolini, che invita anche a contenere le misure spot: hanno "effetti transitori" sulla domanda, aumentano il debito e risultano "spesso difficili da rimuovere". Il quadro programmatico del Dpfp ottiene intanto la validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, anche se le stime - è l'avvertimento - restano esposte a "molteplici rischi" orientati "al ribasso". Per l'Ubp, che avrebbe gradito più informazioni, la traiettoria di riduzione del debito dal 2027, "si basa su ipotesi ambiziose", come la realizzazione del programma di dismissioni. E se la prudenza delle stime è "apprezzabile", l'utilizzo "pressoché integrale" dello spazio di bilancio disponibile - avverte l'Autority - "espone al rischio di non avere a disposizione ulteriori risorse" per esigenze impreviste. Sotto il faro delle istituzioni di controllo finiscono anche le spese sulla difesa. Il quadro del Dpfp "sembra non includere, se non in parte, maggiori oneri", e quindi - osserva la Banca d'Italia - servirà una correzione per evitare che la spesa netta assuma una dinamica "più sostenuta". Inoltre, viste le nuove regole europee, un "aumento permanente" della spesa per la difesa, aggiunge l'Upb, dovrà essere compensato da tagli di spesa in altri settori o "aumenti discrezionali delle entrate".