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Trump ordina la ripresa dei test sulle armi nucleari

Mosca: ‘Agiremo di conseguenza’. Pechino: ‘Rispettare la moratoria’

Un test nucleare americano
(Keystone)
30 ottobre 2025
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Donald Trump ha spazzato tre decenni di storia in un solo post. A pochi minuti dall'incontro con Xi Jinping ha annunciato sul suo social media Truth di aver dato ordine al Pentagono di riprendere i test delle armi atomiche, che gli Stati Uniti non effettuavano dal 1992. Una mossa che ha spiazzato il mondo e irritato Cina e Russia, arrivata proprio il giorno dopo l'annuncio di Vladimir Putin del test della super arma Poseidon.

Il commander-in-chief è stato esplicito: gli Stati Uniti non possono rimanere indietro rispetto alle altre due super potenze. "Noi possediamo più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. Questo obiettivo è stato raggiunto, incluso un completo ammodernamento e rinnovamento delle armi esistenti, durante il mio primo mandato", ha scritto il presidente americano. "A causa dell'enorme potere distruttivo, odiavo farlo, ma non avevo scelta! La Russia è seconda e la Cina è terza, a distanza ma sarà come noi entro 5 anni", ha sottolineato.

KeystoneDonald Trump

‘Iniziamo subito’

"Visti i test di altri Paesi, ho incaricato il dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari su base paritaria. Questo processo inizierà immediatamente", ha concluso il tycoon, precisando di aver già dato ordini al Pentagono di procedere. I dati forniti da Trump non possono essere verificati, perché il numero esatto di testate nucleari detenute da ciascun Paese è tenuto segreto. Ma la Federation of American Scientists stima che la Russia ne abbia un totale di circa 5’459, mentre gli Stati Uniti circa 5’177, quindi meno di Mosca, nonostante quello che ha scritto Trump. La Cina è la terza potenza nucleare con circa 600 testate, ma secondo il think tank americano Center for Strategic and International Studies negli ultimi cinque anni ha quasi raddoppiato il suo arsenale e si prevede che supererà le 1’000 armi atomiche entro il 2030.

Effetti imprevedibili

Le implicazioni della decisione del presidente americano sono diverse e, perlopiù, inquietanti. Il primo pensiero va al test più disastroso della storia americana, che avvenne il primo marzo 1954 nell'atollo di Bikini: quello della bomba termonucleare all'idrogeno, una testata con una potenza mille volte maggiore di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Per un errore di calcolo l'esplosione fu tre volte superiore al previsto e generò un fungo atomico che rese inabitabili quattro isole, ancora oggi deserte, e provocò danni in un raggio di 11’000 chilometri. L'incidente fu così devastante che il presidente Dwight Eisenhower dichiarò che gli Stati Uniti non avrebbero più effettuato test, e così fu fino al 1992. Nel 1996, dopo complicate negoziazioni e altri trattati, 187 nazioni firmarono il Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty tranne Usa, Cina, Iran e Israele, oltre alla Corea del Nord e le Russia che ne ha revocato la ratifica.

KeystonePutin non è contento

La reazione del Cremlino

La reazione della Russia alle parole di Trump non si è fatta attendere. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di non ritenere che l'annuncio della ripresa dei test Usa inneschi una nuova corsa agli armamenti, ma che Mosca si riserva di agire "in base alla situazione". Il funzionario ha anche smentito che i test del Poseidon e, qualche giorno prima, del Burevestnik siano nucleari. Oltre tutto tra quattro mesi, a febbraio 2026, scadrà il New Start: l'ultimo trattato sulle armi nucleari tra Stati Uniti e Russia. Anche la Cina ha risposto al tycoon, chiedendogli di "rispettare scrupolosamente" la moratoria globale e "il loro impegno a vietare i test nucleari, intraprendano azioni concrete per salvaguardare il sistema globale di disarmo nucleare". Mentre l'Onu ha condannato senza mezzi termini l'ipotesi di una ripresa dei test: "Non devono mai essere consentiti".