Il partito indipendentista avverte che i suoi sette voti sono decisivi: ha emendato 25 progetti e voterà contro 21 iniziative, inclusa la riforma della giustizia
Il partito Junts per Catalunya (Junts, letteralmente uniti per la Catalogna, di orientamento indipendentista-sovranista e socioliberale), fondato e presieduto da Carles Puigdemont, ha annunciato oggi di aver registrato emendamenti alla totalità delle iniziative legislative presentate dal governo di coalizione tra il Partito socialista operaio (PSOE) e Sumar (una coalizione creata da diversi partiti di sinistra e di sinistra radicale per presentarsi alle elezioni generali in Spagna del 2023), incluso il progetto di legge di bilancio, e che farà lo stesso con qualsiasi futura proposta legislativa.
"La legislatura di Pedro Sánchez (il primo ministro) è bloccata", ha dichiarato in conferenza stampa la portavoce di Junts, Miriam Nogueras, accompagnata dagli altri sei deputati del suo partito.
I sette voti di Junts sono fondamentali per la fragile maggioranza che sostiene l'esecutivo minoritario progressista.
Nogueras, che già aveva annunciato la scorsa settimana il ritiro del sostegno parlamentare, ha accusato Sánchez di non aver ancora chiarito come intenda governare senza i voti della forza indipendentista.
Oggi Junts ha formalizzato gli emendamenti a 25 progetti di legge inviati dall'esecutivo al Congresso, aggiungendo che voterà contro altre 21 iniziative legislative in fase di approvazione, fra cui la riforma della giustizia, nota come legge Bolaños, dal nome del promotore, il ministro della giustizia Félix Bolaños.
Secondo la portavoce di Junts, l'esecutivo di Sánchez "ha perso un'opportunità storica" non rispettando gli accordi con il partito di Puigdemont, conclusi nel 2023 per la fiducia all'investitura del premier del leader socialista, al suo terzo mandato.
La reazione del governo non si è fatta attendere: assicura che "mantiene la sua disposizione aperta al dialogo e all'intesa con tutti i gruppi parlamentari disposti a migliorare la vita della gente, in Catalogna e in Spagna", stando a quanto riferito da fonti dell'esecutivo citate da vari media spagnoli, fra cui la radio privata Cadena SER.