Inchiesta del Guardian: 5.350 lobbisti collegati a 859 organizzazioni, con 90 aziende responsabili del 57% della produzione di petrolio e gas
Negli ultimi quattro anni oltre 5.000 lobbisti dell'industria dei combustibili fossili hanno avuto accesso ai vertici delle Nazioni Unite sul clima. Lo riferisce un'inchiesta del Guardian, secondo cui i lobbisti che rappresentano gli interessi delle industrie del petrolio, del gas e del carbone hanno potuto partecipare ai negoziati sul clima dove, spiega il media britannico, "gli Stati dovrebbero presentarsi 'in buona fede' e impegnarsi ad adottare politiche ambiziose per ridurre le emissioni di gas serra".
Per il Guardian, circa 5.350 lobbisti che negli ultimi anni hanno frequentato leader mondiali e negoziatori sul clima hanno lavorato per almeno 859 organizzazioni del settore dei combustibili fossili, tra cui associazioni di categoria, fondazioni e 180 aziende petrolifere, del gas e del carbone coinvolte in ogni fase della catena di approvvigionamento.
Secondo l'analisi condotta da Kick Big Polluters Out e citata dal media britannico, "90 delle società di combustibili fossili che hanno inviato lobbisti ai negoziati sul clima tra il 2021 e il 2024 sono responsabili della produzione di più della metà (57%) di tutto il petrolio e il gas" dello scorso anno.
Le stesse 90 aziende rappresentano anche quasi i due terzi (63%) di tutti i progetti di espansione a breve termine nel settore dei combustibili fossili che si stanno preparando per l'esplorazione e la produzione, secondo la Global Oil and Gas Exit List appena pubblicata, un dataset che include più di 1.700 aziende che coprono oltre il 90% dell'attività globale nel settore del petrolio e del gas. Se realizzati, questi progetti produrranno una quantità di petrolio sufficiente a ricoprire l'intera superficie terrestre di sette paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia) messi insieme.
La ricerca analizza i lobbisti dei combustibili fossili che hanno partecipato ai negoziati di Glasgow (Cop26), Sharm el-Sheikh (Cop27), Dubai (Cop28) e Baku (Cop29). Fino ad allora, le informazioni sui lobbisti non erano state raccolte.