Estero

Parroco Gaza, pioggia aggrava situazione, si pensa a sopravvivere

17 novembre 2025
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"Si sentono i bombardamenti, esplosioni e colpi di arma da fuoco qui a poche decine di metri dalla parrocchia dove passa la cosiddetta 'linea gialla' stabilita dal cessate il fuoco del 10 ottobre scorso. Ci sono momenti in cui sentiamo la terra tremare. La pioggia di questi giorni ha peggiorato ancora di più le condizioni dei gazawi e anche il freddo sta facendo sentire la sua morsa".

Da Gaza a parlare al Sir, organo d'informazione della Conferenza episcopale italiana, è padre Gabriel Romanelli, parroco latino della Sacra Famiglia, all'interno della quale ci sono ancora circa 400 rifugiati.

"In parrocchia - dice il missionario argentino - riusciamo ancora a fronteggiare il maltempo, non abbiamo vetri alle finestre ma è poca cosa rispetto alla stragrande maggioranza della popolazione che si trova a vivere al freddo e sotto la pioggia, dentro tende di fortuna. Chiamarle tende è esagerato. Sono, in realtà, dei teloni tirati in qualche modo, senza un pavimento, completamente esposti al vento e alla pioggia".

"Ci sono - prosegue padre Romanelli - tantissimi gazawi che hanno trovato rifugio tra le macerie, dentro quello che rimane degli edifici bombardati. Sono giorni difficili e siamo solo all'inizio della stagione invernale. Servirebbero delle ruspe per liberare le strade dalle macerie e dalla spazzatura, e per ripristinare le linee elettriche e fognarie. A rischio è la sopravvivenza delle persone, specie quelle più vulnerabili".

"Nessuno qui pensa alla ricostruzione, alla seconda fase, alla terza e chissà a che altro, previste dal piano di Trump. La priorità, adesso - ribadisce padre Romanelli - è sopravvivere al maltempo e al freddo. Mancano elettricità, carburante, medicine, per cucinare si brucia di tutto, legna, mobili, sedie, tavolini, plastica e anche spazzatura. Il cibo si trova con più facilità adesso, e lo si vede dai prezzi che si sono abbassati. Purtroppo, la gente non ha contanti per pagare. È stata aperta anche una banca ma non dà denaro contante. Così cresce il senso di abbandono tra la popolazione oramai sempre più esausta".

Il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, è sempre vicino alla piccola parrocchia di Gaza. "Speriamo possa tornare a trovarci prima del Natale, come tradizione vuole, - afferma padre Romanelli -. La sua presenza qui è per noi una grande benedizione. Ringraziamo poi Papa Leone XIV per i suoi continui messaggi di affetto e vicinanza".