Le ombre dello spionaggio cinese si allungano sul Parlamento britannico. Una nuova allerta è stata lanciata dai servizi segreti interni dell'MI5 in una comunicazione condivisa con i presidenti della Camera dei Lord e di quella dei Comuni, lord John McFall e sir Lindsay Hoyle, in cui si parla di "rischi significativi" di interferenze straniere nel cuore istituzionale del Paese.
Preoccupano in particolare due profili LinkedIn sospetti che risultano essere stati usati dal "ministero della Sicurezza di Stato" di Pechino per il reclutamento di talpe nelle stanze della politica, disposte a fornire "informazioni riservate". Accuse che la Cina liquida come "false e pura invenzione".
Non è la prima volta che a Londra vengono diffusi allarmi del genere, riguardanti presunte attività di intelligence cinesi per avvicinare funzionari o anche responsabili alla sicurezza nel Regno Unito, sempre tramite l'uso del social network pensato per ampliare i contatti professionali.
I due profili di LinkedIn nel mirino dell'MI5 appartengono a due donne, Amanda Qiu e Shirly Shen, che si fingono esperte nella ricerca di talenti ma agirebbero in realtà al servizio di Pechino contattando le potenziali talpe nel palazzo di Westminster. Durissima la presa di posizione del governo laburista del premier Keir Starmer. "Questa attività implica un tentativo segreto e calcolato da parte di una potenza straniera di interferire nei nostri affari sovrani a favore dei propri interessi, e non sarà tollerato", ha dichiarato ai Comuni il viceministro Dan Jarvis, numero due del ministero dell'Interno e responsabile della sicurezza. Oltre ad annunciare uno stanziamento da 170 milioni di sterline (oltre 178 milioni di franchi) per tecnologie volte a proteggere le comunicazioni sensibili, ha anche rivelato che la titolare degli Esteri, Yvette Cooper, ha parlato col suo omologo cinese il 6 novembre, ricordando l'intransigenza di Londra rispetto ad attività volte a minacciare la sicurezza nazionale.
Tutto questo si inserisce in un quadro di crescente tensione nei rapporti tra i due Paesi, nonostante i passi fatti da Starmer per il disgelo con la Cina. Stando al Daily Mail, il sospetto di potenziali intercettazioni da parte di Pechino ha spinto il ministero della Difesa a mettere in guardia i propri militari invitandoli a non discutere ad alta voce d'informazioni "sensibili" sui veicoli di servizio. Indicazione arrivata sempre dai servizi dopo il caso del 2023 di un dispositivo di tracciamento cinese che pare fosse stato trovato dentro una vettura governativa utilizzata dall'allora primo ministro conservatore Rishi Sunak.
A questo si aggiungono le recenti polemiche che hanno costretto il governo a pubblicare alcuni documenti sul coinvolgimento dei propri apparati nell'indagine su due ricercatori britannici 30enni - Christopher Cash e Christopher Berry - sospettati di spionaggio a favore della Cina. Indagine fatta cadere prima del processo dalla Procura della Corona, i cui vertici hanno successivamente rinfacciato all'esecutivo di non aver dato loro mano libera nella raccolta degli indizi non avendo formalmente classificato Pechino come "minaccia alla sicurezza nazionale".
Mentre resta in sospeso la decisione del governo, sempre più delicata a questo punto, sulla realizzazione di una nuova ambasciata cinese a Londra, destinata a diventare la più grande sede diplomatica del Dragone in Europa.