Estero

All’indomani dei colloqui di Ginevra, gli entusiasmi si sono già raffreddati

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz smorza le speranze di una rapida svolta. Facciamo il punto della situazione

Il Segretario di Stato americano Marco Rubio (a destra) e il capo dell’amministrazione presidenziale Andriy Yermak ieri a Ginevra
(Keystone)
24 novembre 2025
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Dopo i primi negoziati tra Stati Uniti, Ucraina e i principali Paesi europei su un nuovo piano di pace, il cancelliere tedesco Friedrich Merz smorza le speranze di una rapida svolta. “La pace in Ucraina non si otterrà dall’oggi al domani”, ha affermato il leader della Cdu dopo un vertice straordinario dell’Ue sulla guerra in Ucraina tenutosi nella capitale angolana Luanda.

Gli europei e l’Ucraina sembrano sollevati di essere riusciti ad attenuare il piano presentato dagli Stati Uniti per porre fine alla guerra di aggressione russa. Ora però tutto dipenderà dalla reazione di Mosca. Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori colloqui. Il termine fissato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per questo giovedì per ottenere un risultato concreto sembra però difficilmente rispettabile.

Qual è lo stato attuale dei negoziati?

Il piano in 28 punti presentato da Trump, criticato da molti come una “lista dei desideri della Russia”, era quasi del tutto inaccettabile per l’Ucraina e gli europei. Tra le altre cose, l’Ucraina avrebbe dovuto accettare notevoli perdite territoriali e un limite massimo al numero delle sue truppe. La Nato avrebbe dovuto rinunciare all’adesione dell'Ucraina e di altri nuovi membri, mentre gli Stati Uniti avrebbero dovuto trarre notevoli vantaggi dal congelamento dei beni russi nell’Ue.

Nel corso di negoziati durati ore fino a notte fonda lunedì a Ginevra, l’Ucraina e gli europei hanno cercato di attenuare il piano statunitense. I dettagli non sono stati resi noti, ma il fatto che sia stato considerato un chiaro successo sia dall’Ucraina che dall’Europa, la dice lunga.

Il piano originario degli Stati Uniti è stato modificato in parti sostanziali, ha affermato Merz. Il nuovo documento è attualmente in fase di approvazione, dopodiché diventerà la posizione comune degli Stati Uniti, dell’Unione europea e dell’Ucraina.

Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di una solida base per ulteriori progressi. «Si tratta della sicurezza del nostro intero continente, ora e in futuro», ha affermato a Luanda. Secondo il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, tutte le questioni relative alla Nato e all’Ue sono state eliminate dalla bozza. Lo ha confermato anche il segretario di Stato americano Marco Rubio, che guidava la delegazione statunitense a Ginevra.

Cosa conta adesso?

Per il proseguimento dei negoziati sarà determinante la reazione della Russia. «Il prossimo passo deve essere: la Russia deve sedersi al tavolo delle trattative», ha affermato Merz. Finché la Russia non si muoverà, non ci sarà alcun processo. «E se non c’è alcun processo, non ci sarà pace».

La prima reazione della Russia è stata però cauta. Dopo una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente Vladimir Putin ha inizialmente ribadito solo che il vecchio piano statunitense potrebbe costituire la base per porre fine alla guerra. Nel pomeriggio, il consigliere per la politica estera di Putin, Yuri Ushakov, è stato più chiaro. Le nuove proposte «non sono costruttive». «Non ci stanno bene», ha affermato. La Russia si basa su ciò che è stato comunicato ufficialmente. E questo è il piano in 28 punti di Trump.

E adesso come si procede?

Il processo negoziale è considerato molto dinamico. Il sollievo degli europei può rapidamente trasformarsi in preoccupazione. Le parti coinvolte ne sono consapevoli. È certo che nei prossimi giorni si terranno numerosi altri colloqui.

I negoziatori di Ginevra sono tornati nelle loro capitali e stanno ora coordinando i risultati con i loro capi di Stato e di governo. Von der Leyen ha annunciato che oggi si terranno colloqui nell’ambito della cosiddetta Coalizione dei volenterosi. Oltre a Stati membri dell’Ue come Germania e Francia, il gruppo di sostegno all’Ucraina comprende anche Paesi non Ue come il Regno Unito e la Norvegia.

Tuttavia, sarà determinante il feedback della Russia. Questo compito dovrebbe ora spettare agli Stati Uniti in qualità di mediatori e promotori del processo. Non è noto a quale livello ciò avverrà.

Anche i colloqui tra l’Ucraina e gli Stati Uniti proseguiranno. In una dichiarazione congiunta diffusa a Kiev e Washington, si afferma che entrambe le parti hanno concordato di continuare a lavorare intensamente sulla proposta “nei prossimi giorni” e di continuare a coordinarsi strettamente con i partner europei. Le decisioni finali sul nuovo piano saranno prese da Trump e Zelensky.

Qual è la questione centrale?

La questione più difficile da risolvere è quella delle rivendicazioni territoriali russe. Le concessioni su questo punto sono in realtà inaccettabili tanto per gli europei quanto per l’Ucraina. Il fatto che i confini non possano essere modificati a seguito di una guerra di aggressione è per loro, come per gli ucraini, un principio ferreo.

L’attuale linea del fronte deve essere il punto di partenza dei negoziati e non il loro punto di arrivo, ha sottolineato Wadephul. Per lui è chiaro che la Russia, in quanto responsabile della guerra, “deve essenzialmente subirne le conseguenze”.

Quanto manca ancora alla pace?

Gli Stati Uniti stanno esercitando una forte pressione. Rubio ha parlato di “enormi progressi” compiuti. I punti ancora in sospeso non sono “insormontabili”, ha affermato, senza fornire ulteriori dettagli.

Ciononostante, non considera più vincolante la scadenza fissata per giovedì. È arrivato addirittura ad ammorbidire il termine entro il quale l’Ucraina dovrà approvare il piano di pace. Sebbene desideri, come Trump, che l’accordo venga concluso entro giovedì, ritiene che “giovedì, venerdì, mercoledì o lunedì della prossima settimana” sia secondario rispetto alle vittime che si stanno contando in Ucraina.

Merz, al contrario, ha frenato piuttosto nettamente. «Si tratta di un processo laborioso. Questa settimana si compiranno al massimo piccoli passi avanti», ha affermato a Luanda.