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Resistere al teppismo digitale

(Ti-Press)

Rimane solo, l’individuo, davanti alla violenza delle dittature e all’onnipotenza del Partito degli affari, incarnato dal duo Trump-Musk e dai feudatari delle Big-Tech. È il momento di resistere. Persino il Consiglio federale, nel suo Rapporto pubblicato il 14.6.2024, aveva descritto diligentemente tutti i cosiddetti “dark patterns”, ossia i metodi per influenzare e depistare gli internauti: pubblicità mascherata, costi nascosti, impossibilità di comparare i prezzi, trappole, vessazioni, colpevolizzazione, ludificazione ecc. Il Rapporto aveva ben descritto tutti questi metodi di influenza indiretta subliminale praticata dalle piattaforme digitali, sfruttando le conoscenze della psicologia comportamentale. Qual è stata la reazione del governo svizzero davanti a questo Far West digitale? Nulla, rimanere passivi. Non siamo sorpresi: quando si tratta di regolamentare i mercati, il Consiglio federale ha sempre privilegiato la libertà incondizionata degli attori economici. Il vuoto giuridico rimane disponibile. Ma in Svizzera regna ancora la Costituzione, specialmente quando si tratta di proteggere i più vulnerabili, i bambini e i giovani che “hanno diritto a particolare protezione della loro incolumità e del loro sviluppo” (articolo 11).

Sappiamo tutti che le vittime preferite dai teppisti informatici sono i bambini e gli adolescenti: infatti, la loro vulnerabilità è più facile da influenzare e da ingannare, come è già stato dimostrato da innumerevoli ricerche e articoli scientifici. Il popolo svizzero se ne era già manifestamente preoccupato, al punto da accettare il 13 febbraio 2022 l’iniziativa popolare per la protezione dei bambini e dei giovani nei confronti della pubblicità sul tabacco. È sempre la Costituzione della Confederazione svizzera che impone la protezione della popolazione nei confronti dell’alcol (articolo 105), come pure nei confronti dei giochi in denaro (106). Anche il parlamento, malgrado la passività del Consiglio federale, dispone di parecchi strumenti legali di protezione, fra i quali la legislazione contro la concorrenza sleale, la legislazione per la protezione dei dati e della sfera personale privata e la legislazione per la protezione dei consumatori. Basterebbe ispirarsi alle recenti iniziative per la regolamentazione dell’uso dell’intelligenza artificiale, come il contenuto della Convenzione adottata dal Consiglio d’Europa il 17 maggio 2024, oppure a livello dell’Unione europea il cosiddetto Artificial Intelligence Act, in vigore dal 1° agosto 2024.

La vulnerabilità dei bambini e degli adolescenti impone a tutte le autorità amministrative e giudiziarie di sottomettere qualsiasi decisione all’interesse superiore della protezione dei minorenni. È finalmente giunto il tempo che regole almeno minime possano fare ostacolo ai disastri psicosociali dovuti alla tecnologia persuasiva. Da parte dei teppisti informatici non ci si può aspettare l’autoregolamentazione, che spesso viene invocata dal Consiglio federale per ritardare la regolamentazione statale. Resistere ai tecno-oligarchi: la Commissione europea ha già avviato procedure contro Meta e contro TikTok, accusati di scarsa protezione nei confronti dei minorenni. Il direttore della sanità pubblica statunitense (Surgeon General) propone che sulle piattaforme digitali vengano pubblicate avvertenze simili a quelle che si trovano sui pacchetti di sigarette. Nell’ambito del programma di supporto pedagogico dell’Ue denominato ‘Clicksafe’ sono state lanciate campagne di sensibilizzazione a favore dei genitori, degli insegnanti e degli utenti anche per diffondere adeguati sistemi di protezione, per esempio i cosiddetti ‘Teen-Accounts’. Un quadro legale svizzero è urgente, prima che i teppisti digitali non facciano scattare il loro implacabile lobbismo persuasivo anche a Palazzo federale.

Questo articolo è stato pubblicato in francese sulla ‘Tribune de Genève’