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Cercasi Greta

Il consigliere agli Stati Fabio Regazzi ha esposto in modo chiarissimo in un suo contributo pubblicato lunedì 7 aprile su questo giornale gli effetti disastrosi della politica green deal europea, applicata dalla Svizzera con una decisione del Consiglio federale con effetto retroattivo al 1° gennaio 2025, che fissa un limite severissimo (93,6 g/km) di emissione di CO2 per l’immatricolazione di nuove autovetture. Con anticipo rispetto alla direttiva europea, tipico del cosiddetto super diligente Swissness. Occorre richiamare agli europei e agli svizzeri che applicano le regole dettate dall’Ue che l’origine di questo furore verde risale sì al cambiamento climatico, ma anche allo sfruttamento mediatizzato in particolare dalle comparsate di Greta Thunberg. Questa adolescente svedese, portata in trionfo dai media di tutto il mondo e accolta come una novella Giovanna D’Arco da politici, capi di Stato, assemblea dell’Onu e perfino dal Papa è completamente sparita dai radar mediatici.

I danni provocati in Europa e in tutto il mondo da uno scriteriato allarmismo saranno gravi nel prossimo futuro, a livello economico e anche politico. I cittadini hanno mandato segnali chiari nelle recenti elezioni, e prevedibilmente altri ne manderanno nei prossimi anni. La messa sotto tutela delle libertà individuali non è più sopportata dai cittadini consapevoli. Gli europei sono ancora in attesa di conoscere l’esito finale della procedura penale avviata nei confronti della Von der Leyen nell’ambito degli acquisti e rivendite dei vaccini Covid. Procedura sulla quale i media europei, i cosiddetti cani da guardia della democrazia, tacciono ubbidienti.