laR+ I dibattiti

Il diritto a ‘sono unico e prezioso’

Inizialmente non volevo scrivere sulla polemica nata attorno alla nuova versione di “Sono unico e prezioso”. Non volevo farlo per non soffiare su braci nutrite da paura e disinformazione e dare troppa visibilità ad un dettaglio di una mostra interattiva di 3 ore, di grande qualità, proposta nelle scuole elementari ticinesi da 20 anni, costruita su solide basi scientifiche, ideata e valutata da Enti cantonali e nazionali anche nella sua versione attuale. Ma eccomi invece a prendere posizione dopo aver letto con grande amarezza che il Consiglio di Stato, invece che difendere pienamente la legittimità di un progetto simile nelle scuole, sostiene in qualche modo queste paure, rendendo facoltativa la partecipazione dei bambini i cui genitori si oppongono.

Questa decisione è contraria al Diritto di ogni bambino di ricevere informazioni adeguate, accessibili, scientificamente fondate e inclusive. Questo diritto è riconosciuto a livello internazionale (Oms, Unicef, Ippf…) sottoscritto dalla Confederazione e dalla nostra Legge scuola (Art.2). Questa decisione è pericolosa, crea un precedente di possibile frammentazione delle scelte didattiche, non più pensate unicamente nell’interesse degli allievi, ma delle loro famiglie. Sono certa per fortuna che le famiglie grate che i loro figli abbiano diritto a questo progetto di prevenzione, siano la maggioranza. Sarebbe bello si manifestassero di più per contrastare le rare ma apparentemente potenti voci contrarie.

Mio figlio ha potuto seguire “Sono unico e prezioso” proprio quest’anno a Locarno. Era entusiasta di tutte le postazioni. Nessun accenno ai dubbi di Kay, e come immaginavo, nessun trauma generato dallo scoprire che esistono bambini che si pongono domande sulla loro identità di genere. Piaccia infatti o no a certi adulti, non si tratta di un’ideologia, ma questi bambini esistono davvero. Studi stimano che siano circa il 2-3% (sito Società italiana di pediatria). Che poi questo vissuto cambi in alcuni di loro negli anni, non è certo una ragione per occultarlo. I maltrattamenti per cui fa prevenzione Aspi sono sì gli abusi sessuali, ma anche il bullismo fra pari che può nascere proprio dall’ignorare le diversità e stigmatizzarle. Le paure si placano con il dialogo aperto e la conoscenza, non facendo passi indietro su diritti acquisiti. Auspico che in futuro si trovino soluzioni aumentando le occasioni di scambio informativo fra genitori e specialisti del settore, sostenute e promosse dal Governo.