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Giovani e il futuro da costruire insieme

Nel contesto attuale del Canton Ticino, il mondo giovanile si confronta con una serie di sfide complesse che richiedono attenzione, comprensione e una rinnovata collaborazione tra generazioni. La transizione verso la vita adulta – fatta di studio, lavoro, autonomia e partecipazione sociale – si presenta per molti giovani come un percorso più accidentato di quanto si possa immaginare. Le problematiche che li riguardano non sono più emergenze isolate, ma sintomi cronici di un sistema che, se da un lato li elogia a parole, dall’altro li frena nei fatti, osservandoli spesso con sospetto.

Nonostante tutto, molti giovani manifestano un forte desiderio di partecipare attivamente alla vita politica e sociale del proprio Comune. Tuttavia, le loro idee faticano a trovare spazio nei processi decisionali. Non si tratta necessariamente di una chiusura intenzionale da parte degli adulti, quanto piuttosto del riflesso di un modello culturale che stenta ancora a riconoscere pienamente il valore dell’integrazione delle nuove generazioni nei luoghi chiave del potere e del cambiamento. Si percepisce una certa difficoltà nel lasciare spazio. Le generazioni più anziane, forti di un senso del dovere e di un bagaglio di esperienze consolidato, faticano talvolta a fare un passo indietro, anche solo per permettere alle nuove leve di crescere e trovare il proprio posto.

Nel frattempo, il mercato del lavoro si presenta come un altro fronte critico. La disoccupazione giovanile in Ticino ha oscillato negli ultimi anni tra il 7 e il 9% nella fascia tra i 15 e i 24 anni. Dietro questi numeri ci sono vite in sospeso: giovani che cercano un primo impiego, una possibilità concreta di mettere in pratica quanto appreso durante il percorso scolastico o formativo. Le difficoltà sono molteplici: la forte concorrenza, in particolare con i frontalieri; la rigidità dei meccanismi di inserimento professionale; e, spesso, l’assenza di un accompagnamento personalizzato e continuativo nella delicata fase di passaggio dalla scuola al mondo del lavoro.

Eppure, non mancano segnali positivi. Iniziative giovanili, progetti partecipativi, parlamenti dei giovani e percorsi formativi alternativi rappresentano esempi virtuosi che testimoniano la volontà di cambiamento. Ma perché questi semi possano davvero attecchire e crescere, è necessario un terreno fertile, fatto di fiducia, ascolto e cooperazione autentica. L’obiettivo non è sostituire una generazione con un’altra, ma promuovere una continuità generativa, una contaminazione positiva dove le competenze e le esperienze degli adulti possano diventare risorse preziose a favore del futuro, nel rispetto e nella valorizzazione reciproca.

I giovani ticinesi non chiedono scorciatoie, ma opportunità reali. Spazi dove poter crescere, sperimentare, fallire e riprovare. In un’epoca segnata da trasformazioni rapide e incertezze diffuse, sentono il bisogno di sapere che il loro contributo è non solo accolto, ma necessario. Per costruire un Ticino più inclusivo, dinamico e coeso serve un dialogo intergenerazionale autentico, capace di superare orgoglio, paure e stereotipi. Solo così sarà possibile affrontare insieme le sfide del presente, guardando con fiducia a un futuro realmente condiviso.