La soluzione proposta, secondo oggetto della votazione cantonale del 15 giugno, non è di sicuro l’ideale, permanendo tra le altre due criticità principali, quella della pertinace permanenza dell’anacronistico passaggio pedonale, un retaggio medievale privo dell’indispensabile sottopassaggio (con la formazione di inutili colonne di veicoli), e quella del sedime dell’ex scalo merci Ffs, un lugubre parcheggio a cielo aperto che potrebbe essere interrato, riservando la superficie a un parco pubblico, rispettivamente a un’edificazione di qualità (albergo o strutture pubbliche) che vada a dialogare con la Collegiata di San Vittore (chiesa matrice del Locarnese) e non a carattere speculativo. A ogni buon conto quanto progettato così faticosamente reca però molteplici vantaggi alla viabilità. Vada come vada (un rifiuto del credito potrebbe nel rispetto della democrazia anche starci senza scandalo) il nocciolo del contendere è però un altro, ossia l’accanimento con il quale a Muralto ci si ostina a difendere a spada tratta (con sigle reboanti tra le quali “Salviamo Viale Cattori”) un cortissimo tratto stradale pomposamente e brutalmente definito il “boulevard più bello della Svizzera”. Al contrario, nessuno a suo tempo si è battuto per cercare di salvaguardare quel poco di bello che già allora rimaneva attorno al Lungolago, tutelando le uniche testimonianze degne di nota: l’ex Albergo Zurigo e l’ex Hotel Muralto, edifici di epoche differenti, ma del tutto degne di figurare anche in futuro; poco più in là allignava l’ultima testimonianza, Villa Scazziga. Ora, tirate le debite somme, restano un paio di modeste casette (condannate di sicuro a breve dal piccone demolitore) e i giardini (questi sì, tra i più belli in assoluto) che devono però sopportare a monte un’edilizia speculativa e pacchiana. Un plauso sincero comunque all’esecutivo di Muralto per gli immani sforzi profusi che hanno permesso il recupero del Grand Hotel e la salvaguardia di parecchie ville d’epoca, ma identiche operazioni di salvataggio avrebbero potuto essere almeno tentate anche per gli altri grandi alberghi, il Park Hotel, il Quisisana, il Reber ecc. Quella del Beau Rivage, di transenna (ancora recentemente la stampa ne ha riferito) è l’ennesima brutta storia di infinite pastoie giuridiche che ne ritardano la demolizione e ricostruzione (peraltro purtroppo in chiave post modernista). D’altronde il Lungolago di Locarno non è messo meglio nella sua sostanza edilizia orripilante. Le uniche testimonianze da salvare (l’ex Hotel Regina e l’ex Cecil) sono state demolite e infelicemente ricostruite, e d’altronde non si è colta l’occasione per ripristinare la facciata esterna dell’ex Hotel Metropole, con la conseguenza che il progetto Nouvelle Belle Époque di riqualifica di Largo Zorzi nasce azzoppato se non morto. Tornando per concludere a Muralto, l’attuale edilizia del reboante Viale Cattori è inguardabile e andrebbe ripensata con uno specifico piano di quartiere (anche se evidentemente la storica Salina non potrà purtroppo più risorgere) per cercare di offrire un contenuto materiale ai vacui e altisonanti aggettivi sprecati nella sua inconsistente e inutile difesa.