laR+ I dibattiti

Arrocco o scacco? Una partita poco edificante

Mentre il mondo cambia e la realtà ticinese affronta sfide sempre più complesse, nel nostro Governo si gioca una partita di scacchi. Un arrocco – Gobbi al Territorio, Zali alle Istituzioni – che più che una mossa strategica sembra una distrazione fuori tempo massimo. Non spetta certo a noi giudicare gli accordi interni al Consiglio di Stato. Ma alcuni segnali emersi da questa vicenda sollevano interrogativi che è difficile ignorare.

A colpire sono innanzitutto le modalità: l’annuncio anticipato a mezzo stampa, prima ancora di qualsiasi decisione collegiale, sembra più un blitz politico che una scelta ponderata. In un momento in cui la fiducia nelle istituzioni vacilla, servono chiarezza e responsabilità, non colpi di scena. Disorienta anche il momento in cui tutto questo avviene. La sanità arranca, le finanze restano una sfida quotidiana, i giovani emigrano, la scuola cerca direzione. E il Governo discute di scambi di poltrone? Davvero, è questo il tempo delle manovre interne?

Infine, viene spontaneo chiedersi che segnale tutto ciò manda alle nuove generazioni. Se il potere appare come un gioco di equilibri interni, che spazio resta per i valori, per la visione, per il futuro?

L’arrocco è una mossa difensiva, si fa per proteggere il Re. Ma qui non c’è nessun Re da proteggere. C’è solo un Paese che chiede soluzioni, e la generazione dei più giovani che guarda – e prende nota. L’auspicio, semplice ma necessario, è che si torni presto a parlare di contenuti. Perché il tempo e la fiducia delle persone sono risorse troppo preziose per essere sprecate. E perché il Ticino ha bisogno di visione, responsabilità e lavoro. Non di giochi di potere.