È proprio vero che il maschilismo è ovunque. A volte si camuffa, ma non sempre ci riesce. Un triste esempio lo fornisce l’ex giornalista Rsi Enrico Lombardi nel suo articolo dal titolo “Maghi e magheggi”, apparso su laRegione del 5 giugno. Il pezzo commenta criticamente l’ormai famoso “arrocco” leghista in Consiglio di Stato, esprimendo giudizi severi sui due consiglieri coinvolti e sul loro partito.
Non entro nel merito di quanto accaduto, poiché il mio partito ha già espresso una posizione compiuta, che condivido.
Colpisce però che, nel rimproverare uno dei due consiglieri (Claudio Zali), Lombardi abbia pensato bene – anzi, non bene affatto – di aggiungere, per “buona pesa”, una lettura sessista di una mia recente intervista, in cui raccontavo la mia esperienza di vittima di stalking e il mio impegno su questo tema.
In quell’occasione, ospite di Andrea Leoni nella trasmissione ‘Detto tra noi’ su Teleticino, avevo esposto me stessa e quanto avevo subito, senza giri di parole e non senza commozione. L’ho fatto per dire quanto possa essere doloroso subire una simile violenza, ma anche con la speranza che altre persone, trovandosi in una situazione simile, possano sentirsi meno sole e magari trovare il coraggio di denunciare.
Per il signor Lombardi, invece, sarei andata a raccontare le mie sofferenze, che pure si premura di definire “rispettabilissime”, “come fosse a Verissimo o dalla Venier, vabbè, dai su, un po’ di umana comprensione”.
Insomma, una sceneggiata strappalacrime. Tre caricature in una: ovvio, una donna che racconta la propria storia lo fa per spettacolo (vanità femminile, avrebbero detto una volta); ovvio, lo fa in uno scenario da salotto televisivo (la donna è vetrina, avrebbero detto una volta); ovvio, lo fa come in un programma condotto da donne (il solito protagonismo femminile, avrebbero detto una volta).
Peccato che il signor Lombardi queste cose le pensi e le scriva oggi.