Il nodo intermodale rappresenta un’infrastruttura strategica per permettere un passaggio senza intoppi da un vettore di trasporto all’altro. Quello della stazione di Locarno-Muralto presenta numerose criticità. Lo sa bene chi, come il sottoscritto, risiede in una zona periferica e deve spesso fare i conti con gli imprevedibili ritardi degli autobus in arrivo e partenza da Locarno. Ancora peggior sorte tocca a chi opta per la bicicletta: di percorsi sicuri e chiari per ciclisti semplicemente non ce ne sono.
Il vero problema del comparto della stazione di Locarno-Muralto è proprio questo: un vuoto pianificatorio che rende praticamente impossibile un interscambio ordinato, sicuro ed efficace tra i vari sistemi di trasporto: autobus, autopostale, treni (compresa la Centovallina), biciclette e automobili.
E così il vuoto pianificatorio è oggi riempito da un dominio delle automobili, a scapito del trasporto pubblico e della mobilità dolce. Ne risulta un caos viario e un deturpamento di uno spazio urbano potenzialmente di pregio. Uno status quo anacronistico che il comitato referendario vuole salvare (perché di questo si tratta quando si parla di «salvare» Viale Cattori), incurante del fatto che quasi 20’000 utenti di trasporto pubblico transitano dalla stazione di Locarno-Muralto ogni giorno.
Il progetto del nodo intermodale, discusso per anni e approvato da tutti i livelli istituzionali, permetterà di risolvere concretamente tutti i problemi suesposti, migliorando la sicurezza per tutti gli utenti, fluidificando il traffico, priorizzando la mobilità collettiva (una priorità in tempi di crisi ambientali) e restituendo spazi pubblici più vivibili e verdi alla popolazione residente e ospite.
Non perdiamo il treno (e i contributi federali) e votiamo sì al nodo intermodale!