Negli ultimi mesi il tema delle finanze cantonali e del debito pubblico ha ceduto il passo a quello dell’arrocco e del bisogno di rinvigorire l’azione del governo, apparso negli ultimi tempi alquanto abulico e debole, proprio perché ha scelto di subire passivamente le critiche dei suoi stessi partiti e del mondo economico. L’accusa mossa al Consiglio di Stato da quasi tutte le parti è quella di aver perso il controllo sulla spesa pubblica, favorendo così l’esplosione del debito pubblico. Verdi del Ticino è stato l’unico partito ad aver mostrato, dati alla mano, che in realtà la spesa pubblica del nostro Cantone non è fuori controllo o quantomeno non lo è più di quanto lo sia quella degli altri cantoni. Confrontando infatti i dati di tutti i cantoni, osserviamo che dal 2003 al 2023 la spesa del Ticino è aumentata del 58% mentre quella di tutti gli altri in media del 62%, con 15 cantoni che hanno avuto un aumento di spesa superiore al nostro. Questi dati ci dicono che la gestione della spesa pubblica da parte del governo e del parlamento non è proprio stata così disastrosa, come invece la maggioranza dei partiti – con peraltro strabico autolesionismo – va affermando.
Ma allora, se il nostro Cantone non ha avuto un aumento di spesa decisamente superiore alla media nazionale, cosa determina lo squilibrio dei conti e l’accumulo di debito molto superiore a tutti i cantoni svizzeri? Su quest’ultimo punto infatti, le statistiche sono chiare. Dal 2003 al 2023 il Ticino ha avuto il maggiore incremento del debito (+131%), mentre la stragrande maggioranza degli altri cantoni lo ha diminuito o annullato, con 12 cantoni che hanno addirittura accumulato riserve.
Una possibile risposta possiamo ricercarla nel sistema di sovvenzioni – perequazione intercantonale compresa – garantite dalla Confederazione ai cantoni per differenti gruppi di beni e servizi. Osservando la serie storica dei dati forniti dall’Amministrazione federale delle finanze, si scopre che tra il 1990 e il 1997 le sovvenzioni per abitante ricevute dal Ticino erano superiori alla mediana svizzera. In seguito, sono invece sempre state inferiori. Inoltre, si scopre anche che negli anni la stragrande maggioranza dei cantoni ha saputo più del Ticino incrementare la propria sovvenzione. Se nel 1990 erano solamente 8 cantoni a percepire sovvenzioni pro capite più elevate del Ticino, nel 2003 erano già 14 e nel 2022 ben 22 cantoni! Considerando poi i cantoni a noi confinanti, vediamo che se il Ticino nel 1990 riceveva 1’650 franchi per abitante, nel 2003 circa 2’000 franchi e nel 2022 circa 2’400, ai Grigioni sono stati versati negli stessi anni rispettivamente 2’700, 4’800 e 5’600, a Uri 4’700, 5’400 e 5’700 e al Vallese 2’100, 3’200 e 3’900! Non stupisce dunque che le sovvenzioni ricevute dal Ticino rappresentino solo circa il 20-22% di tutte le entrate del Cantone, mentre le sovvenzioni ricevute dalla maggior parte degli altri cantoni coprono tra il 25% e il 50% delle loro entrate. Questi dati sono impietosi e ci offrono un’idea di quanto il nostro Cantone abbia nel tempo dormito, perdendo di vista queste entrate strutturali che alla maggior parte degli altri cantoni ha permesso di migliorare le proprie finanze, azzerando così il debito e accumulando addirittura riserve.
Se tra il 2003 e il 2022 il Ticino fosse riuscito anche solo a mantenere le proprie sovvenzioni da Berna sul livello della mediana svizzera, a questo punto avremmo incassato almeno 4 miliardi di franchi in più. Fossero state nella media il Ticino avrebbe incassato 6 miliardi in più. Figuriamoci se fossero state in linea con quelle ricevute da Grigioni, Uri e Vallese. Ciò significherebbe debito pubblico azzerato e dagli 1,5 ai 3,5 miliardi di riserve o a disposizione per fare una politica sociale, ambientale, economica, salariale e sì, a questo punto anche fiscale, ben differente da quella fatta finora.
Forse è ora che la cittadinanza di questo cantone suoni la sveglia al governo (e ai suoi partiti), il quale invece di affrontare con coraggio e determinazione questo immenso svantaggio competitivo che azzoppa le finanze e il benessere del nostro cantone, si cimenta in insensati arrocchi e arrocchini attorno al proprio ombelico.