Ci sono occasioni che non si possono perdere. Il voto del 28 settembre ne è un esempio. L’iniziativa del Partito Socialista detta “del 10%” vuole dare sollievo a quella grande fetta di persone che si trovano a dover pagare premi di cassa malati sempre più pesanti, un’erosione continua del proprio potere d’acquisto. Negli ultimi tre anni i premi sono aumentati del 30% (2022: 9,2%, 2023 10,5%, 2024: 10,5%) e la curva non accenna a fermarsi. Tra poco ci verrà detto con grande rammarico che i costi aumentano e quindi i premi cresceranno. La stima nazionale è del 4%, ma sappiamo che il Ticino è il cantone più colpito. Limitare al 10% del reddito disponibile il costo della cassa malati significa rimettere i soldi nelle tasche di cittadine e cittadini, aumentare il loro potere d’acquisto (con beneficio per il consumo locale), togliere un’ansia che sta rovinando la vita di migliaia di persone. Gli avversari dell’iniziativa sono scesi in campo con il bazooka del costo definito esorbitante e stimato (per eccesso) a 300 milioni. Ci sono modi di finanziamento possibili, agendo sulle imposte, certo, ma anche con una maggiore incisività nel cercare entrate per lo stato. Non bisogna farsi spaventare dal fantasma dell’aumento delle imposte agitato dagli avversari dell’iniziativa, perché per la grande maggioranza pagare qualche decina o centinaia di franchi in più sarà ampiamente compensato dal risparmio sui premi di cassa malati. Oggi comunque quei trecento milioni (se sono trecento…) sono pagati dalle famiglie, dai pensionati, da quel ceto medio che, a parole, tutti vogliono difendere, ma che nei fatti viene negletto. Votare per l’iniziativa del Ps significa dare un sostegno concreto, ma anche compiere un passo verso un sistema più equo. Non ci sono argomenti solidi che giustifichino il fatto che i premi di cassa malati siano pagati e nella stessa misura da chi ha guadagni milionari e da chi deve fare i conti con le decine di franchi per arrivare alla fine del mese. Dunque un passo nella direzione di un contributo differenziato secondo il reddito è il minimo che si può immaginare per far fronte a quella che, secondo tutti i sondaggi e le inchieste, è la fonte di maggiore preoccupazione per la popolazione. Un sì all’iniziativa del Ps andrà a favore del 61% delle e dei ticinesi, permetterà loro di guardare con più tranquillità alla fine del mese, sarà un’operazione di ridistribuzione del reddito nel momento in cui crisi, incertezza, dazi sconsiderati stanno facendo crescere l’ansia di tutti noi.