Mi lusinga la grande attenzione dedicata dal deputato Ps Ivo Durisch ai contenuti del nostro ultimo Comitato cantonale. Posso confermare che la mattinata di discussioni a Mendrisio è stata molto frequentata e ricca di spunti e di interventi di qualità. Non ho però avuto il piacere di salutare l’ex presidente Giovanni Merlini, né di ascoltare il suo appello ad investire nella conoscenza. Peccato, perché quando parla Merlini c’è sempre da imparare qualcosa. Ora, le ipotesi sono due: o le fonti interne al Plr di cui si avvale Durisch (non mi pare di averlo visto in sala, ma c’era parecchia gente) hanno deciso di giocargli un “tiro mancino”, oppure le allucinazioni fransciniane che si manifestano nel suo scritto hanno fatto materializzare anche chi a Mendrisio in realtà non c’era. Poco male, la prossima volta non mancherò di trasmettere a Durisch l’invito al nostro Comitato che, a differenza di quelli recenti del suo partito, è sempre a porte aperte.
Nel concreto dell’iniziativa al voto il 28 settembre, le cifre presentate dal Consiglio di Stato possono anche disturbare la sinistra, ma sono dati quantificati da più parti. Un insegnamento fransciniano di cui ovviamente Durisch non fa parola, ossia quello dell’insegnamento della realtà, porterebbe a rispondere che le statistiche vanno accettate anche quando non piacciono.
Sull’idea di gravare con ulteriori 300 milioni l’anno sulle casse del Cantone nel settore dei premi delle casse malati (dove già i sussidi superano quota 400 milioni l’anno) senza andare a toccare il vero nervo scoperto del sistema – ossia quello dei costi, dell’offerta e della domanda – mi permetto anch’io di tirare in ballo un liberale del passato... “Troppo facile, amico”.