Chi si oppone all’iniziativa 10% per “plafonare” l’esborso delle economie domestiche per i premi di cassa malati, afferma che tale iniziativa non è la soluzione, in quanto il problema lo si risolverebbe solamente agendo sulla spesa sanitaria. Per dirla alla Speziali: “Se vogliamo aiutare le famiglie, dobbiamo agire sui costi, non solo ridistribuire il dolore”.
Il problema però è che invitando a bocciare l’iniziativa 10% – la quale ridistribuisce effettivamente il peso dei premi, togliendone un po’ a chi ha meno reddito disponibile, per caricarne un po’ di più su chi dispone di maggior reddito – i partiti di centro-destra non ridistribuiscono il dolore causato dai premi. Bensì dicono alla cittadinanza in difficoltà di continuare a sopportarlo (fra qualche settimana vi sarà un nuovo giro di vite), in attesa che la politica risolva il problema alla radice.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande. Nel caso uno/a decida di non sostenere l’iniziativa 10%, per quanto tempo dovrebbe presumibilmente sopportare tale dolore, nell’attesa che la politica trovi la medicina necessaria a “piegare la curva dei costi” e rendere sopportabili i premi? Perché – riprendendo le parole di Speziali – non è possibile, per qualche anno, ridistribuire in maniera solidale il dolore, nell’attesa che la politica riesca a piegare la curva dei costi? Non c’è forse fiducia di riuscire a farlo in pochi anni? Ma allora, se non è possibile farlo in pochi anni, il centro-destra sta chiedendo a chi soffre il peso dei premi, di continuare a soffrire ancora per diversi anni? Ma non è che una volta passata la festa, poi si gabba lo santo?
Al di là di tutti i proclama sulla necessità di abbassare la curva dei costi (in occasione dell’ultima approvazione della pianificazione ospedaliera, non ci è parso di vedere i partiti di centro-destra strapparsi le vesti per avviare una riforma che contribuisse a ridurre significativamente i costi), l’iniziativa 10% è l’unica soluzione attualmente sul tavolo per riuscire a rendere effettivo nello spazio di poco tempo un limite all’esborso che le famiglie devono sostenere per i premi cassa malati. Ora spetta alla cittadinanza decidere se servirsi di questo strumento di gestione del proprio budget familiare oppure se delegare la soluzione alla politica, sperando che, con i suoi tempi matusalemmici, riesca nell’operazione prima che il paziente muoia.