… E il Mattino – più distributori che lettori – la insegue. Oh signuur, direbbe qualcuno! I cercopitechi di via Boglia sbroccano a ripetizione e la fanno fuori dal vaso di domenica in domenica. La sindrome vittimistica domenicale se la prende ora anche con un noto ingegnere definendolo addirittura “calamaro” ripescando (quando si dice dell’assenza di idee) il nomignolo attribuitogli dal Nano decine di anni or sono! Ma da che pulpito Don Lorenzo! L’ingegnere che conosciamo personalmente da almeno un decennio è un professionista serio, le cui competenze in materia di pianificazione territoriale sono arcinote quanto riconosciute. Ma dato che l’ingegnere sa difendersi facilmente da solo (da quel signore che è farà sicuramente proprio il classico dantesco citato nel del girone dell’Inferno “guarda, passa e di lor non ti curar”). Ma ciò che ci fa ridere è il forzato abbinamento del professionista con le diatribe tra il Cantone e la Commissione regionale dei Trasporti, laddove il cercopiteco domenicale, vede addirittura un diretto attacco al direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali. E stavolta ci ha azzeccato nel senso che Zali sul pezzo è rimasto fermo come un palo nella nebbia. E qui siamo decisamente entrati nelle comiche e, pure a pieno titolo, all’Asilo Mariuccia con lagne e piagnistei degni di miglior causa. Ma oramai l’ex glorioso Mattino è diventato in poco tempo una sorta di cloaca a cielo aperto laddove scaricare vomiti, bile e frustrazioni malcelate. Magari guardarsi un po’ in casa propria no? A cominciare dalle 40 proposte, laddove brillano, ovviamente per assenza, i consigli su come diminuire l’esercito dei funzionari statali. E mentre Zali si inventa l’ufficio della carbonatazione (o dei carbonari?) con tredici nuovi assunti, il Ticino è felice se arriva a metà mese. Il buon Fiorenzo Dadò che ebbe a consegnare al Picca il libro sulla Lega, avrebbe dovuto passargli anche uno dei mantra che furono del Nano e di Maspoli; ossia che a volte bisogna saper uscire dalla legalità per entrare nel diritto. Anche il diritto del bel tacer! Oppure che dire dell’articolessa commemorativa per l’anniversario del Nano affidata addirittura al Picca che nemmeno lo conosceva il Nano. Di sicuro nella Grande Famiglia di via Monte Boglia, come a Palazzo delle Orsoline, nessuno ha avuto il buon senso di farlo in prima persona come atto dovuto. Sopra tutti i due consiglieri di Stato che al Nano devono il loro passato, il presente e soprattutto il futuro che va dal lauto stipendio, alle diarie, ai rimborsi spese all’auto di Stato e, su su, fino dalla spropositata e immeritata pensione. È così che si passa dalla frutta secca ai convenevoli saluti di circostanza.