Sembra una distopia ma in Ucraina ora esiste un’app, un sito ufficiale, promosso dal governo e annunciato dal vice premier M. Fedorov, che assegna punti e premi ai soldati che uccidono. Un “Bonus dell’esercito dei droni”, lo chiamano. Più mezzi abbattuti, più vite spente, più alto il punteggio. Grazie a questi punti le unità militari possono ordinare online altri droni per uccidere altre vite che ritroveremo come piccoli pupazzi sui “social”. È efficiente, perché è tecnologico e apre le porte al futuro: il futuro della guerra, tanto i giovani sono abituati a giocare su questi videogiochi, in casa propria, cosa cambia se lo fanno per difendere la patria? Nessuna condanna, questa app entra in sordina, senza scalpore senza una vera presa di coscienza da parte delle autorità internazionali, dove sono i moralisti, quelli che invocano le paci giuste? È già in funzione, ma tutti tacciono, forse perché è un governo “democratico” che ha avuto questa brillante idea. La morte è accettabile se ha un’interfaccia pulita. Dietro l’apparente semplicità di un video postato o di un click, quel punteggio ha il volto di un soldato che sta sul fronte, che sia stato spedito con la forza o per sua volontà. Aveva vent’anni? Aveva fame, paura? Ora vale 20 punti se è stato colpito bene. Ecco, così, un giorno i nostri figli, potranno diventare un dato. Ci dicono che è progresso, che è necessario, che è giusto. E forse ci crederemo, perché sarà comodo, veloce, indolore – per chi guarda. Ma in un’era sempre più digitale, basterà un click per toglierci non solo la vita, ma anche l’umanità. I nostri volti si dissolveranno in dati, i nostri averi – guadagnati col sudore – svaniranno in un sistema che non conosce fatica né compassione. E quando ce ne accorgeremo, forse sarà troppo tardi. Non perché siamo colpevoli, ma perché ci avranno disabituati a pensare.