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I colori di Gaza

Il racconto quotidiano e le immagini che mostrano ogni giorno quanto avviene a Gaza non ci lasciano indifferenti. In una terra che potrebbe essere generosa è rimasto un solo colore: l’esercito israeliano è riuscito a cancellarli tutti lasciando solo il grigio della polvere e delle macerie. E poi la folla che, in mezzo alle rovine, si dispera e si batte per un pugno di cibo, cibo che non c’è più. E mancano pure l’assistenza sanitaria e le scuole.

I commenti attorno alla realtà mettono soprattutto l’accento sulle dinamiche di quella politica che pensa di governare il mondo con l’esercito. In un contesto così tragico, consapevole della fortuna di vivere in un Paese senza guerra, mi sembra importante parlare delle donne di Gaza. Non riusciamo certo a immaginare la sofferenza di veder morire i propri figlie e figli sotto le bombe, di non poter dare loro da mangiare e di vederli morire di fame. Donne madri ma anche sorelle, mogli, figlie, tutte rimaste sole a gestire il vuoto.

Donne che soffrono come le altre che vivono la guerra nelle diverse parti di questa Terra. Tutte donne che avrebbero il diritto di essere ricordate nei bollettini quotidiani e nei comunicati stampa. C’è chi sostiene o spera che saranno le donne a salvare il mondo. Non saranno di certo né la Von der Leyen o la Meloni o altre guerrafondaie. Saranno tutte quelle donne che, terminati i bombardamenti di ogni tipo sulla loro terra, si rimboccheranno le maniche e ricostruiranno la vita. A loro vanno il nostro sostegno e la nostra totale solidarietà.