Il recente articolo degli economisti Greppi e Marazzi apparso sulla Regione ha sollevato molta polvere! Tanti, a torto o a ragione, ne hanno sottolineato le peculiarità. Bisogna considerare che il dibattito sul debito pubblico e gli investimenti in tempi di difficoltà economica è sempre stato molto acceso. La questione è complessa e dipende da vari fattori tra cui la capacità di un governo (il buon papà c’entra come i cavoli a merenda!) di gestire il proprio debito e il proprio ambiente, il cui scopo principale è quello di mantenere alta l’abitabilità della popolazione sul piano economico, sociale, sanitario e ambientale. Il presente è figlio del passato. La storia insegna che nel passato furono commessi errori madornali proprio in merito a questo spinoso argomento. Tutti ricorderanno la svendita delle nostre forze idriche. La paura del debito spinge i governi a scelte di breve termine, ma le conseguenze possono manifestarsi anni dopo, influenzando l’autosufficienza e il controllo delle risorse strategiche. Se il governo avesse avuto una visione più lungimirante, oggi avremmo una gestione idrica più autonoma e sostenibile. È un tema cruciale, soprattutto in un’epoca in cui il cambiamento climatico, e non solo, e le esigenze energetiche rendono l’acqua un bene sempre più prezioso. Alcuni politici, e non solo, ritengono che un eccessivo indebitamento possa compromettere la stabilità finanziaria dello Stato e aumentare il rischio di future crisi. Eppure economisti di stampo Premio Nobel sostengono che un aumento del debito pubblico, se utilizzato per investimenti strategici, possa stimolare la crescita e favorire la ripresa economica.
Concludendo: i nostri due economisti hanno ragione. La domanda che ci dobbiamo porre è: il nostro governo ha le capacità strategiche di gestire la cosa pubblica, soprattutto in un contesto politico ed economico sempre più complesso (Trump): trasparenza, competenza, risorse disponibili e il grado di fiducia che riesce a instaurare con tutti i cittadini?