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No ai compromessi con una Lega opaca

18 giugno 2025
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In tempi difficili, serve lucidità e una politica che abbia il coraggio di dire chiaramente da che parte sta: dalla parte dell’interesse pubblico, non delle convenienze di partito. Una politica limpida non è perfetta, ma è comprensibile e coerente: significa assumersi la responsabilità delle proprie scelte, renderle leggibili a tutti e restare fedeli agli impegni presi con la cittadinanza. Non si nasconde dietro i tecnicismi, né usa il “pragmatismo” come scudo per giustificare strategie di potere. Non è solo una manovra tattica, quella tra Zali e Gobbi: è una chiusura a doppia mandata, più attenta agli equilibri interni che alla trasparenza verso i cittadini. Ogni scelta politica richiede equilibrio, certo. Ma, anche con tutta la buona volontà, non si può ignorare che Gobbi – figura centrale della Lega – è stato al centro di più episodi controversi che gesti limpidi: dalle accuse di guida in stato d’ebbrezza all’abbattimento del centro autogestito, fino alle pressioni sulla nomina del nuovo, inesperto procuratore pubblico. Altri casi, come la nomina all’Eoc di Alberti o il caso Camponovo non sono mai stati chiariti pubblicamente. Ma chi è percepito come “troppo grande per fallire” spesso evita di assumersi le proprie responsabilità. E quando questo accade a lungo, l’impunità finisce per diventare un messaggio politico. Il rischio? Che i cittadini, a forza di non ricevere risposte, smettano di fare domande.

La questione non è personale. È istituzionale. Se la politica vuole recuperare credibilità, deve smettere di proteggere l’ambiguità. Altrove, chi tradisce gli impegni presi con la popolazione in campagna elettorale si dimette. Non per moralismo, ma per rispetto. Chi vuole fare politica con dignità oggi deve scegliere di non piegarsi. E dimostrarlo con i fatti.