Poco a poco, con imperdonabile ritardo, i Paesi europei cominciano a svegliarsi dal loro letargo e, timidamente, esprimono parole di rammarico, talvolta di condanna nei confronti della barbarie disumana di cui si sta rendendo colpevole Israele che, nel giro di 80 anni, si è trasformata da popolo vittima a governo carnefice; che rade al suolo – sistematicamente – le città della Palestina, devasta progressivamente l’intero territorio della Striscia e massacra senza pietà i suoi abitanti. Qualche commentatore azzarda il raggiungimento del traguardo di mille Palestinesi uccisi per ogni Israeliano ucciso prima che Israele smetta i bombardamenti a tappeto, quale vendetta per il mostruoso attentato di Hamas del 7 ottobre. Si badi: Hamas e non i Palestinesi, anche loro vittime dei terroristi del movimento.
E la Svizzera? Continua ad arrampicarsi sui vetri, con in testa l’inqualificabile Ignazio Cassis (ometto volutamente l’“Onorevole”), che arzigogola in tutti i modi possibili pur di evitare parole esplicite di condanna, trascinando in questa vigliaccheria infame tutto il Consiglio federale. Non esistono parole per qualificare un simile atteggiamento rispetto a ciò che ormai tutti gli analisti definiscono un genocidio.
Da notare poi che perfino la reticente Italia accoglie parecchie centinaia di bambini feriti per curarli e Cassis, che per giunta è medico e ha quindi fatto il giuramento di Ippocrate, se ne guarda bene dal fare altrettanto. Disgustoso.